Sulbiate: tra poesie e autoanalisi la seconda fatica dell’Instapoeta Gio Filipponi

Si intitola “Lascia che poi sia”, e segue di un anno “Lasciati accadere” che è stato per settimane il più venduto nella categoria Amazon “Self-Help”. L’autore: «Un inno al lasciarsi andare a vivere la vita che meritiamo».
Tra le pagine si possono incontrare paesaggi dei nostri comuni e la Brianza, con i suoi boschi e prati
Tra le pagine si possono incontrare paesaggi dei nostri comuni e la Brianza, con i suoi boschi e prati

È uno degli “Instapoeti” più seguiti e apprezzati, con oltre 70mila follower e un libro uscito a marzo 2020 già alla seconda ristampa, ed ora è pronto a bissare il successo lanciando la sua seconda nuova opera letteraria.

Lui è Gio Filipponi classe 1989 – sulbiatese da poco, carnatese da sempre – e su Instagram è conosciuto con il profilo @pensierialsole. A marzo dell’anno scorso ha lanciato il suo primo libro “Lasciati accadere” che è stato per settimane il più venduto nella categoria Amazon “Self-Help” e a distanza di un anno ha ufficialmente dato alle stampe, per Alise Editore, la seconda pubblicazione “Lascia che poi sia”, un’opera letteraria a metà tra raccolta di poesie e manuale di autoanalisi.

Tra le pagine di questo libro, in uscita il 21 marzo, si possono incontrare paesaggi dei nostri comuni e la Brianza, con i suoi boschi e prati, perché la natura è un elemento fondamentale della poetica dell’autore, costante fonte di ispirazione e benessere, elemento rigenerante e salvifico per i tumulti dell’anima.

Nel libro è presente anche la Campania, terra natia dell’autore. Il tema esplorato nel nuovo libro è la “rinascita” intesa come consapevolezza dell’esistenza umana, da vivere e non subire, senza compromessi e senza scuse, e con spirito positivo e ancora aperto alla fiducia verso gli altri, in amore o in amicizia: «Una nuova raccolta di poesie che è un inno al lasciarsi andare a vivere la vita che meritiamo» le parole dell’autore.

“Lascia che poi sia” non è destinato a una fascia precisa di lettori ma si rivolge a un pubblico amplio ed eterogeneo come lo è la platea dei follower di Filipponi: «Il target si è creato da solo. Io scrivo per curare me stesso, gli altri ne percepiscono l’autenticità. Non esiste il personaggio Gio Filipponi, esiste un giovane uomo che si racconta, in trasparenza e spontaneità. Il pubblico si riconosce in queste situazioni e le interiorizza – spiega l’autore -. I lettori mi ripagano con gratitudine, con messaggi bellissimi, confessano il valore salvifico della mia lettura. Una infermiera per esempio mi ha confessato che di notte, nel 2020, nei momenti si pausa leggeva il mio libro, le serviva per accettare quello che stava vivendo perché era inevitabile. Mi ha ispirato sicuramente molto Emily Dickinson, per quella sua gratificazione nel poter salvare, con la poesia, anche una sola anima».

Ovviamente sul libro influisce anche il momento storico che stiamo affrontando: il 2020 ci ha condizionato, ha condizionato come viviamo il nostro tempo, e così ne sono scaturiti anche piccoli suggerimenti pratici per sé e per il quotidiano, dal decluttering (buttare cose vecchie e non utilizzate, ndr), a liberare mente e corpo e ambiente da pensieri ed energie negative. «E’ tempo di fare spazio e far fluire nuove energie, persone, cose, chiudere le vecchie porte e guardare avanti. Una pulizia metaforica».

In attesa che il lancio possa avvenire anche in presenza con il pubblico Filipponi continuerà con le sue dirette su Instagram: «Personalmente non vedo l’ora degli incontri con il pubblico, e non a caso il libro esce nel primo giorno di primavera, una rinascita, un messaggio per tutti di qualcosa che rinasce, che sboccia come un fiore o un frutto. Abbiamo tutti un bisogno viscerale di vedere la rinascita, oggi più che mai».