Storie di famiglie piegate dal Covid-19: 37mila euro di aiuti da Caritas e San Vincenzo

Sono tantissime le storie di famiglie messe in ginocchio dall’emergenza coronavirus: ha superato i 37.000 euro la quota dei contributi erogati dal fondo promosso insieme da Caritas e San Vincenzo di Monza
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Fabrizio Radaelli

Ha superato i 37.000 euro la quota dei contributi erogati dal fondo promosso insieme da Caritas e San Vincenzo di Monza, per sostenere le famiglie in difficoltà economica a causa del coronavirus.

Solo negli ultimi giorni sono state più di trenta le domande arrivate. «Abbiamo già ricevuto contributi per 38.000 euro – spiega Emanuele Patrini, presidente dell’associazione volontari Caritas Monza – e nelle prime due settimane di vita del fondo ne abbiamo già spesi 37.300, anche se sarebbe più corretto dire che li abbiamo impegnati dal momento che alcuni contributi verranno pagati anche nei prossimi mesi, fino a giugno».

L’appello accorato è a tutta la città, ai privati, alle aziende e ai tanti contributi generosi dei monzesi. «Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per continuare a sostenere famiglie che sperimentano la povertà, magari per la prima volta e per poche settimane soltanto, ma è pur sempre un’esperienza bruttissima e umiliante».

Dietro ogni richiesta di aiuto c’è la storia di una famiglia messa in ginocchio dal Covid. Come quella di due monzesi, genitori di una ragazza di 23 anni, entrambi dipendenti con un contratto a tempo indeterminato in una ditta di pulizie a Milano.

«Avevamo un buono stipendio, pagato regolarmente ogni mese – raccontano – Anche nostra figlia contribuiva al budget familiare con il solo stipendio di commessa in un supermercato. Tutto andava bene fino a quando l’azienda non ha dovuto chiudere come moltissime altre attività».

Nel frattempo la ragazza si ammala di coronavirus ed è costretta alla quarantena. Fortunatamente il suo contratto di lavoro le consente di continuare a ricevere lo stipendio anche se in malattia e così la sua busta paga diventa la sola fonte di sostentamento per la famiglia.

«La ditta di pulizie ha messo me e mio marito in cassa integrazione da metà febbraio – continua la mamma – ma fino a oggi non abbiamo ancora ricevuto un centesimo. Se non ci fosse stato il suo stipendio non so come avremmo fatto. Fortunatamente ora lei è guarita, ma il suo solo stipendio non ci basta per poter far fronte alle spese ordinarie: l’affitto da pagare, le bollette, la spesa. Non riuscivamo più a pagare tutto».

Ed è per questo che si sono rivolti al fondo istituito da Caritas e San Vincenzo. «Questa famiglia non ha mai avuto bisogno di sussidi – spiegano i volontari che si occupano di ricevere e autorizzare i contributi – ma in questa situazione di emergenza ha dovuto farsi coraggio ed è venuta a chiedere aiuto. Si è messa a nudo raccontando la propria storia e le difficoltà che stavano attraversando, ha teso la mano aspettando il nostro aiuto. Questa è una storia come quella che tante famiglie stanno vivendo in questi mesi di crisi. A loro è stato concesso il contributo per potersi traghettare fuori da questo periodo e tornare, con la ripresa e la riapertura della attività, ad essere una famiglia autosufficiente. Nel frattempo speriamo anche che arrivino al più presto i contributi della cassa integrazione per i mesi passati».

I volontari che i occupano di accogliere le richieste di aiuto cercano inoltre di indirizzare le famiglie verso gli aiuti istituzionali come i buoni pasto comunali, il reddito di cittadinanza o il contributo regionale per affitti o mutui.

Chi vuole sostenere l’iniziativa può farlo attraverso l’Iban IT87K 05216 204040 000000 64677, intestato a Parrocchia San Giovanni Battista Caritas, con causale “1000×5”; oppure Iban IT75Z 05216 204040 000000 00886, intestato a Società San Vincenzo De Paoli Consiglio Centrale Monza onlus, con causale “Per le famiglie contro il Coronavirus”.