Sicurezza, la Provincia avanti sui ponti: dopo la Milano-Meda pianifica la prevenzione sulla rete

La Brianza vara il piano Bridge Management System: i ponti della provincia saranno sotto vigilanza a quindici mesi dalla tragedia di Annone Brianza e dopo i controlli sulla Milano-Meda. Censiti per primi i 58 ponti maggiormente utilizzati per i trasporti eccezionali.
Monza Provincia Monza Brianza Monitoraggio ponti
Monza Provincia Monza Brianza Monitoraggio ponti Fabrizio Radaelli

Mai più un’altra tragedia come quella di Annone Brianza, il crollo del ponte sulla Statale 36 che a ottobre del 2016 provocò un morto e numerosi feriti. È l’auspicio di “Ponti sicuri”, l’iniziativa lanciata dalla Provincia di Monza e Brianza, avviata, in realtà, come spiegano i tecnici intervenuti alla presentazione dell’iniziativa, martedì, «sette mesi prima di quel tragico crollo».

Ma quanto accaduto ha convinto ulteriormente sulla necessità di intervenire con un programma di verifica e, nel caso, manutenzione preventiva. Ma i ponti della nostra provincia come stanno? Una risposta tutt’altro che immediata visto che nel territorio provinciale sono decine (180 quelli segnalati, circa 150 di competenza comunale).

L’acronimo dell’operazione che si appresta a partire è BMS, Bridge Management System, «un sistema di management gestionale – spiega il presidente Roberto Invernizzi – per pianificare futuri interventi soprattutto nel segno della prevenzione» perché tragedie come quella di Annone non si ripetano, diciamo noi.

Conclusi i controlli di 36 ponti della Milano – Meda, quattro dei quali caratterizzati da difetti strutturali («siamo pronti – ha detto Invernizzi – a passare il report completo alla Regione» che da luglio dovrebbe gestire la superstrada), a febbraio si partirà con una prima campagna di ispezione e monitoraggio sugli altri 110 ponti (70 dei quali realizzati tra il 1950 e il 1980) che attraversano la rete stradale provinciale, un servizio appaltato per 96mila euro ad una società di Bovisio Masciago (la Akron srl) in RTI con Ceas.

Tutte le operazioni avverranno con la supervisione dei tecnici provinciali. Ad essere censiti per primi saranno i 58 ponti maggiormente utilizzati per i trasporti eccezionali (lungo il percorso Carnate, Villasanta, Vimercate, Agrate (Sp13, Sp13 dir, Sp215, Sp2, Sp2 dir, Sp45, Sp58, Sp 177, Sp41); Veduggio (Sp102); Limbiate, Varedo e Bovisio (Sp527) . Lungo i 140 metri del ponte di Realdino, a Carate, saranno collocati invece sensori funzionanti 24 ore su 24, per sei mesi, per acquisire in tempo reale dati utili, anche in funzione sismica, «per determinare possibili riserve di capacità».

Su BMS è stata infine avviata una manifestazione di interesse rivolta a tutti i 55 Comuni della provincia interessati (a pagamento) a un monitoraggio dei ponti su strade di loro competenza. Per ora in 28 hanno dato la loro adesione (tra i più popolosi mancano Monza, Cesano, Carate, Giussano e Limbiate) segnalando 180 ponti: nelle prossime settimane sarà presentata una convenzione.

Se è vero come è vero che un ponte, per essere definito tale, basta sia lungo 2 metri, è facile capire come un territorio urbanizzato come quello della Brianza ne sia pieno. Senza dimenticare quelli ferroviari: «Che, secondo una convenzione risalente agli anni ’40, sarebbero di competenza della allora Provincia di Milano – dicono i tecnici – tanto che i gestori ferroviari ci hanno chiesto un monitoraggio, evidentemente mai fatto prima».

La Milano-Meda è invece sotto scacco da Pedemontana: «La Regione dovrà decidere cosa fare dei ponti», dice Invernizzi. Che andrebbero in gran parte sistemati, ma se poi arrivasse l’autostrada si dovrebbero rifare. Non che la Regione abbia fretta, visto che, come ricorda ancora il presidente, a bilancio, per riqualificare la superstrada avrebbe messo per ora solo 1,8 milioni extra per i prossimi due anni.