Sincronette senza treno con lo stop alla Seregno-Carnate: «La piscina adesso è lontanissima»

Chi va a lavorare e a scuola. Ma anche chi deve allenarsi. Il racconto dell’odissea delle sincronette camparadesi tesserate per la Sincro Seregno: da quando la linea ferroviaria è stata soppressa, anche andare in piscina è diventato un viaggio a ostacoli.
Le atlete della Sincro Seregno durante un'esebizione
Le atlete della Sincro Seregno durante un’esebizione Gabriele Galbiati

Fare sport significa talvolta sacrificio. Lo sanno bene le giovani atlete camparadesi della “Sincro Seregno”, costrette dopo la chiusura della linea ferroviaria Carnate-Seregno a farsi ogni giorno 45 minuti di viaggio per potersi allenare. Loro sono Francesca Luna Aldarese, Sofia Cataldino, Irene Cisternino, Irene Fara, Sofia Fogliardi e Beatrice Laboccetta. Le ragazze, tutte tra i 13 e i 15 anni, stanno vivendo sulla loro pelle uno dei disagi più grossi causati dai tagli di Trenord. Da circa un mese dopo la scuola sono costrette ad allungare il loro tragitto di mezz’ora, passando da Arcore e Monza prima di cambiare il loro treno per raggiungere la palestra d’allenamento di Seregno.

Una situazione molto difficile, denunciata dai loro genitori che hanno chiesto aiuto per far sentire la loro voce.

«Lo scorso anno – spiegano i genitori – in accordo con le nostre figlie, abbiamo deciso di iscriverle alla Sincro Seregno perché gli spostamenti per gli allenamenti, grazie alla linea Carnate-Seregno, risultavano molto agili e veloci. Le nostre figlie prendevano comodamente il treno a Lesmo e in un quarto d’ora riuscivano ad essere in piscina». Un vantaggio fondamentale, che permetteva alle giovani camparadesi di riuscire a risparmiare tempo per gestire tutti i loro impegni della giornata.

«Il poter tornare a casa in fretta – proseguono i genitori – e potersi dedicare allo studio per chi affronta tre ore di allenamenti giornalieri dopo sei ore di lezione a scuola è fondamentale per poter proseguire questa attività soprattutto in questa fase d’età tanto importante e soprattutto per i risultati conseguiti visto che alcune sono atlete della Nazionale».
Per via dei tagli di Trenord ora la situazione è diventata molto complicata e i genitori hanno chiesto aiuto, anche ai sindaci brianzoli impegnati nella protesta contro le decisioni del gestore delle linee ferroviarie.

«Abbiamo scritto al sindaco di Lesmo, impegnato nella protesta insieme agli altri sindaci – concludono i genitori – per schierarci insieme a lui e agli altri primi cittadini in questa battaglia. Come le nostre figlie, sono tanti i pendolari ad essere stati danneggiati da questa decisione, in parte anche economica visto che abbonamenti e carnet sono diventati inutilizzabili. Il servizio bus sostitutivo non è stato nemmeno preso in considerazione visto che avrebbe aumentato ancora di più i tempi di percorrenza. Non chiediamo molto, semplicemente che le nostre figlie continuino a vivere lo sport».