Seregno, l’opposizione sul caso Aeb: «L’intervento di Bea ha smascherato il sindaco»

Così ha dichiarato Stefano Casiraghi pronunciandosi sulla presa di posizione della multiutility desiana contro la fusione con A2A. Ilaria Cerqua: «Situazione sfuggita di mano, ora il Consiglio di Stato ha tutti gli elementi per decidere»
Da sinistra, Stefano Casiraghi, consigliere della Lega, e Ilaria Cerqua, capogruppo di Forza Italia
Da sinistra, Stefano Casiraghi, consigliere della Lega, e Ilaria Cerqua, capogruppo di Forza Italia Paolo Colzani

Anche le forze di minoranza nel consiglio comunale di Seregno hanno voluto dire la loro sulla decisione di Bea di sostenere, davanti al Consiglio di Stato, le imprese che hanno ottenuto dal Tar della Regione Lombardia l’annullamento della delibera all’origine dell’integrazione societaria tra Aeb ed A2A, in opposizione ai ricorsi presentati da Comune di Seregno, Aeb ed A2A per la riforma delle sentenze. Lo hanno fatto in una conferenza stampa, ospitata venerdì 4 giugno dalla sede del gruppo consiliare della Lega alla Corte del cotone.

Assente per impegni istituzionali Tiziano Mariani, capogruppo di Noi per Seregno e prim’attore della battaglia contro l’operazione tra Aeb ed A2A, il primo a prendere la parola è stato Stefano Casiraghi, consigliere della Lega: «L’intervento di Bea -ha spiegato- ha smascherato il sindaco Alberto Rossi, l’amministrazione e la presidente di Aeb Loredana Bracchitta. Aeb ha respinto la proposta che aveva ricevuto da Bea, perché non comportava una procedura ad evidenza pubblica per l’individuazione del socio, e poi ha concluso un accordo con A2A, senza una procedura ad evidenza pubblica. Oggi così ci troviamo in una situazione di grave incertezza, per l’inadeguatezza del sindaco».

Casiraghi ha quindi riepilogato le tappe della vicenda, partendo dalla discussa riapertura dei termini per la presentazione delle candidature all’ingresso nel consiglio di amministrazione di Aeb nella primavera del 2019, finestra in cui venne protocollata quella di Bracchitta, fino all’approvazione della delibera consiliare che, nell’aprile del 2020, diede mandato al sindaco Rossi di votare a favore dell’integrazione nell’assemblea dei soci di Aeb, che il Tar ha poi annullato.

«Rimane il fatto -ha concluso- che non sia accettabile un’operazione da 400 milioni di euro, con 800mila euro di consulenze, senza una procedura ad evidenza pubblica per l’individuazione del socio. Adesso aspettiamo di capire cosa decideranno la magistratura amministrativa e quella penale, perché sappiamo tutti che anche la magistratura penale ha aperto un fascicolo».

Critica è stata inoltre Ilaria Cerqua, capogruppo di Forza Italia: «Sulla proposta di Bea si era discusso all’epoca ed il sindaco era apparso quasi risentito per le perplessità delle minoranze. Oggi invece siamo a ferri corti, come era accaduto a suo tempo con Assp per la questione delle farmacie. A fronte dell’obiettivo di una Brianza più forte, ci siamo trovati al cospetto di Comuni come Meda e Nova Milanese che sono usciti da Aeb ed ora non sappiamo nemmeno quanto sia stato loro liquidato per la rinuncia alle quote e se le azioni siano state ridistribuite. Le decisioni ormai vengono prese altrove. C’è stata un’incapacità del socio di maggioranza di Aeb, il sindaco di Seregno, nel creare una prospettiva di sviluppo reale per la Brianza». Chiara è stata la chiosa finale: «La situazione è sfuggita di mano e questo non va bene. Lunedì scorso il sindaco ha relazionato il consiglio comunale su fatti già noti, ma perché non ha detto niente su questo? Ora vedremo cosa deciderà il Consiglio di Stato, che ormai ha tutti gli elementi per valutare».