Seregno, la città dei murales è da restaurare a cento anni dalla nascita di Luca Crippa

La città è disseminata di opere di grandi artisti che vanno però sistemate. Il Comune pensa di farla l’anno prossimo in occasione dell’anniversario dell’artista concittadino
Uno dei murales di Seregno
Uno dei murales di Seregno Paolo Volonterio

Mentre la città, in luoghi particolari e caratteristici, si sta arricchendo di lavori della street art, il prossimo è in programma a settembre su un edificio all’angolo di via Martino Bassi, per mano di Chiara Capobianco che ha interpretato al meglio il tema “ l’energia della musica”, promosso da RetiPiù, prevalendo su 35 suoi colleghi, restano ancora al palo i restauri dei murales eseguiti negli anni Settanta che hanno formato un ricco “museo all’aperto” con opere di artisti di fama tra cui Remo Brindisi, Carmelo Capello, Salvatore Fiume, Ernesto Treccani, Carla Tolomeo, Franco Vasconi, Giorgio Michetti, Enrico Muscetra, simili a quelli che si trovano nella famosa Arcumeggia, frazione di Casalzuigno in Valcuvia, provincia di Varese.

“Siamo consapevoli che ci sono ancora sulle pareti di alcune case della città dei murales eseguiti da artisti molto quotati- ha detto l’assessore alla cultura Federica Perelli- e il loro ripristino è in programma per il prossimo anno in occasione dei cento anni della nascita dell’artista concittadino Luca Crippa. Sarà un focus a tutto tondo sull’arte. Quest’anno l’abbiamo dedicato alla musica concentrandoci come amministrazione sul concorso internazionale pianistico Ettore Pozzoli, che si svolgerà alla presenza dei giovani pianisti, mentre il prossimo anno sarà all’insegna dell’arte.

Alcuni di questi murales, sono conservati all’interno degli edifici comunali altri sono ancora “en plen airi” e ben abbastanza bene conservati come quello di Vasconi di via san Giovanni Bosco, ma già rinfrescato dallo stesso artista anni addietro. Più delicati e bisognose di cure i murales presenti in largo degli Alpini, come l’opera dedicata ad Aldo Moro di Enrico Muscetra che alla base porta una citazione dello statista italiano assassinato dalle Brigate Rosse, il 9 maggio 1978: “io non dubito dell’esito finale, ma certo sento viva la preoccupazione per l’alto costo che un tale stato di cose comporta, e per le distorsioni che sia pur temporanee possano proporsi sul piano psicologico-politico”.

E quello eseguito dai ragazzi della media Mercalli in occasione di un 25 aprile, si stanno sbiadendo. Così pure l’azzurro di “L’occhio nell’occhio” di Carla Tolomeo nel parco pubblico di via Trabattoni, è diventato pallido”.