Seregno, gli alpini ricordano la tragica battaglia di Nikolajewka

Settantottesimo anniversario del tragico combattimento che ha originato l’istituzione della giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino. Il sindaco ha ringraziato per la collaborazione per fronteggiare l’emergenza pandemia
Un momento della cerimonia
Un momento della cerimonia Paolo Colzani

Il gruppo degli alpini di Seregno ha proposto domenica 31 gennaio la cerimonia in occasione del settantottesimo anniversario della battaglia di Nikolajewka, in Russia, durante la seconda guerra mondiale, tragico combattimento che ha originato l’istituzione della giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino, calendarizzata il 26 gennaio. Il momento, a causa della pandemia, è stato riservato ad una platea di pubblico limitata e, proprio per questo, la scelta è stata quella di un cambio di sede rispetto al solito, con la rinuncia allo spazio di fronte al monumento all’alpino accanto a palazzo Landriani-Caponaghi e lo spostamento nella sede di via Comina.

«Davanti alle brigate alpine -ha spiegato il capogruppo Roberto Viganò-, sono qui con noi tutti quei giovani che hanno dato la propria vita per la nostra patria. Con loro sicuramente sono presenti il nostro santo degli alpini, il beato don Carlo Gnocchi, il nostro past president nazionale Leonardo Caprioli ed il nostro socio di Seregno, il capitano medico alpino dottor Piero Redaelli. L’alpino dottor Redaelli, tornato dalla Russia, per molti anni ha esercitato la professione medica al Piccolo Cottolengo don Orione di Seregno e nel 1997 ha poi raggiunto il paradiso di cantore, ritrovando i suoi amici caduti in Russia».

Il sindaco Alberto Rossi ha ringraziato «il gruppo alpini per i valori che incarna e per la testimonianza di servizio, lealtà e collaborazione. Mai come in questo ultimo anno gli alpini si sono mostrati un aiuto fondamentale per la nostra comunità, con la preziosa collaborazione prestata per fronteggiare l’emergenza della pandemia. Grazie a nome di tutta Seregno». Viganò ha quindi concluso il breve appuntamento chiedendo un momento di silenzio per gli alpini che hanno vissuto l’esperienza del fronte russo e per quelli che hanno perso la vita negli ultimi mesi, a motivo del Covid 19. La lettura della preghiera dell’alpino ha infine preceduto il rompete le righe.