Seregno, Delpini chiama a raccolta gli onesti: «Impegnatevi per la vostra città»

Il neo arcivescovo di Milano Mario Delpini venerdì 13 è arrivato in visita alla chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio a Seregno. Ha richiamato le persone buone, serie e lavoratrici perchè contribuiscano a rendere la città famosa per qualcosa di positivo. Guarda le foto della visita
Seregno - Da sinistra, il maresciallo dei Carabinieri Ivano De Crescenzo, il commissario prefettizio Antonio Cananà, Monsignor Mario Delpini e l'ufficiale della Polizia locale Rita Castagna
Seregno – Da sinistra, il maresciallo dei Carabinieri Ivano De Crescenzo, il commissario prefettizio Antonio Cananà, Monsignor Mario Delpini e l’ufficiale della Polizia locale Rita Castagna Paolo Colzani

Un invito caldo, appassionato, dal profondo del cuore, a rialzarsi, per ricominciare il cammino sulla strada del bene comune. È quello che venerdì 13 ottobre ha rivolto alla città di Seregno Monsignor Mario Delpini, neo Arcivescovo di Milano, che in serata, dopo un breve giro tra le chiese del decanato di Seregno e Seveso, si è recato nella parrocchiale di Sant’Ambrogio, dove ha concluso il percorso spirituale iniziato nello scorso mese di maggio ed incentrato sul centenario delle apparizioni a Fatima della Madonna, che è compatrona della comunità con sede in viale Edison.

Di fronte tra gli altri ad Antonio Cananà, da poco insediatosi come commissario prefettizio, dopo la bufera giudiziaria che ha fatto parlare tutta la nazione ed ha comportato l’arresto per corruzione del sindaco Edoardo Mazza ed il termine anticipato della legislatura consiliare, nell’omelia Delpini, prendendo spunto dalle letture, non si è sottratto allo spinoso argomento: «Quel giorno può essere un fatto di cronaca, che porta alla luce un male che si pensava potesse esserci, ma che si riteneva un malessere passeggero e non devastante. La voce di Gesù dice di svegliarsi, lo dice a chi ha così a cuore il benessere da essere disposto a vendere l’anima per un po’ di benessere. Non si tratta di un piccolo compromesso innocuo, è una vita che si consegna alla schiavitù, che vende l’anima per avere un po’ di benessere in più. Svegliatevi, voi che avete così a cuore i fatti vostri da essere ciechi, muti e sordi su quello che capita intorno a voi, da essere indifferenti alle sofferenze ed alle invocazioni di chi vi vive accanto».

Dopo la sferzata, c’è stato spazio per un’esortazione alla reazione: «Forse la città, forse la comunità che la abita sente che oggi è il momento giusto per mettersi in cammino, per ricostruire la buona fama della città stessa, dove migliaia di persone si alzano ogni mattina e si mettono a fare del bene. Oggi è il giorno in cui gli onesti si rialzano e prendono l’iniziativa, cosicché la città torni ad essere famosa per il bene che compiono i buoni». A conclusione della celebrazione, Monsignor Delpini si è prestato con generosità alla fotografie di rito con gli altri sacerdoti officianti, i chierichetti, i confratelli del Santissimo Sacramento ed il coro don Luigi Fari, che ha accompagnato la funzione sotto la direzione di Lorenzo Zandonella, ed ha infine stretto decine di mani dei fedeli, che gli sono andati incontro e lo hanno gratificato di in un abbraccio affettuoso.