Quattro dimissioni a Camparada per salvare la poltrona a Meroni

Si sono dimessi in quattro per lasciare il posto in consiglio comunale al consigliere provinciale ed ex sindaco di Lissone, il leghista Fabio Meroni. E’ successo a Camparada, paese di 2mila abitanti. Dove ha vinto la politica dell’assurdo e della convenienza.
Fabio Meroni
Fabio Meroni

Il panorama politico di Camparada riserva nuove e pietrificanti sorprese. Il nuovo quinquennio amministrativo si è aperto con il primo Consiglio comunale di mercoledì 11 giugno, straordinariamente gremito di cittadini. Ma la novità non è certo il riscoperto interesse collettivo per la vita amministrativa del paese ma piuttosto un’assenza rumorosa tra i banchi della minoranza. «Saluto tutti i presenti e auguro un buon lavoro- comunica Alberto Canobbio, consigliere di maggioranza-. Saluterei anche Mariangela Riva se solo fosse presente. Speriamo vivamente che questa assenza non giustificata non preannunci un uso strumentale della politica».

In prima fila in aula c’è Fabio Meroni, candidato con Riva alle elezioni nella lista “Progetto per Camparada”, ricordato come “colui che durante la presentazione della lista ha ammesso di candidarsi solo per mantenersi una poltrona in Provincia”. Secondo la legge Delrio il vincolo per il ritorno in Provincia sarebbe stato appunto l’elezione il 25 maggio in un consiglio comunale. Tanto che Meroni poche settimane fa dichiarava: “Mi piacerebbe candidarmi a Giussano ma so che lì difficilmente sarei eletto in quanto non del territorio, per questo opterei anche per una realtà come Camparada”

. Purtroppo però la lista di Riva si è classificata terza ottenendo così un solo posto in Consiglio riservato alla candidata sindaco. Ora quattro degli ex candidati del “Progetto”, (oltre al candidato sindaco, anche Maria Grazia Candido, Giovanni Villa e Roberto Ferrari), si sono tirati indietro per lasciare posto in Consiglio a Meroni con una classica manovra degna della peggio Italia. Le dimissioni di Riva e soci sono arrivate giovedì, e le parole di Canobbio riflettono il sentimento generale: “E’ una vaccata”.