Premio Talamoni 2018: le onorificenze della Brianza alle Farfalle e Tortu – FOTO

Il Premio Talamoni si è tinto dell’azzurro della Nazionale rappresentata dai giovani campioni: due delle cinque benemerenze consegnate mercoledì 3 ottobre dalla Provincia sono andate alle Farfalle della ritmica che si allenano a Desio e a Filippo Tortu. Poi gli Alabardieri, la Cleaf e Liliana Ostinelli alla memoria.
Monza Premio Talamoni Provincia Monza Brianza
Monza Premio Talamoni Provincia Monza Brianza Fabrizio Radaelli

Il Premio Talamoni si è tinto dell’azzurro della Nazionale rappresentata dai giovani campioni: due delle cinque benemerenze consegnate mercoledì 3 ottobre dalla Provincia sono andate a chi con le sue imprese ha contribuito a far conoscere la Brianza anche all’estero. L’onorificenza dedicata al patrono dell’ente monzese è stata attribuita al caratese Filippo Tortu che il 22 giugno, con 9”99 secondi, ha stabilito il nuovo record italiano nei 100 metri battendo quello di Pietro Mennea. Hanno fatto incetta di medaglie nelle competizioni più importanti, dai mondiali alle Olimpiadi, le Farfalle della Nazionale di ginnastica ritmica che dal 2001 si allenano a Desio: le atlete, che si stanno preparando per Tokio 2020, hanno reso la Brianza la patria della ginnastica.

Il riconoscimento è stato assegnato anche agli Alabardieri del Duomo di Monza che il beato Luigi Talamoni conosceva bene e che, come le Guardie svizzere, presidiano le cerimonie liturgiche più importanti. Sul fronte dell’imprenditoria la Provincia ha premiato la Cleaf di Lissone, leader nel settore del mobile e dell’interior design che nel 2003 ha dato vita a C Cube, il cuore creativo aperto alle interazioni con progettisti, aziende, buyer e studenti del Politecnico. La famiglia Caspani, proprietaria dell’azienda, partecipa attivamente alla vita della comunità, della frazione Bareggia.

È l’esempio del «saper fare al servizio del prossimo» la varedese Liliana Ostinelli, premio alla memoria. Nel 2005 con il marito Saturnino Vernocchi ha acquistato un terreno in Kenya, nella periferia più povera di Malindi, per dare una casa ai piccoli orfani. Lì è diventata Mama Anakuja e ha continuato a operare e a raccogliere fondi per garantire ai 130 bambini della struttura una vita dignitosa. È scomparsa a marzo in un incidente.