Pochi autobus (e sovraffollati): le Agenzie dei trasporti scrivono alla Regione Lombardia

Lettera aperta di tre presidenti delle Agenzie dei trasporti all’assessore Terzi dopo le accuse di servizio inefficiente: i politici ci diano le risorse per potenziare il servizio.
Monza: autobus di linea urbana
Monza: autobus di linea urbana Fabrizio Radaelli

La Regione Lombardia striglia le Agenzie del trasporto pubblico e quest’ultime non ci stanno. E rimandano la palla al mittente, l’assessore Claudia Maria Terzi, con una lettera aperta in cui contestano le sue affermazioni. Il punto di partenza sono le dichiarazioni con la titolare dei trasporti per la giunta Fontana ha lamentato disagi “inaccettabili” per gli utenti degli autobus “in particolare nelle fasce frequentate dagli studenti” con “utenti costretti a viaggi disagevoli o che nemmeno riescono a salire sui mezzi”.

Tutto vero rispondono, rispondono nella lettera Gianfranco Manzecchi, Raffaele Favalli e Daniele Barbone, nell’ordine presidenti delle Agenzie di Bergamo, Cremona e Mantova e infine Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia.

“Il servizio di trasporto pubblico locale di nostra competenza, come quello ferroviario di competenza della Regione, che non ci pare presenti in questo periodo minori problemi o un miglior confort di viaggio per gli utenti, è regolato da contratti di servizio che prevedono un corrispettivo per i gestori proporzionale alla produzione di servizio, misurata in bus*km – ricordano – . Aumentare il servizio nelle ore di punta costa proporzionalmente ancora di più, perché in queste ore le aziende utilizzano l’intera flotta bus e la totalità degli autisti: ogni corsa in più, in questa situazione, vuol dire nuovi investimenti in autobus e assunzione di nuovo personale. Questi maggiori costi non son certo compensati dagli introiti tariffari pagati dai passeggeri, soprattutto nelle ore e nelle situazioni dove l’utenza è composta in buona misura da studenti che, giustamente, godono di tariffe agevolate”.

Insomma: per migliorare, dal momento che le entrate da parte degli utenti coprono un terzo del servizio, occorre investire soldi pubblici, senza dimenticare che “solo negli ultimi anni vi è stato un aumento di oltre il 10% del numero di studenti iscritti agli Istituti scolastici superiori di II Grado, fatto che ha accentuato ulteriormente la pressione sul sistema del Tpl (trasporto pubblico locale, ndr)”.

E se nell’ultimo anno sono state garantite le stesse risorse, negli anni precedenti i tagli si erano fatti sentire pesantamente, riducendo i servizi “fino ad assicurare la copertura quasi solo delle fasce di punta, togliendo ogni servizio di trasporto pubblico per buona parte della giornata, per non parlare degli orari serali o dei giorni festivi”. In più, da gennaio 2020, arriverà una stangata sui costi delle Agenzie per circa 16 milioni di euro, dicono i presidenti.

“Gli studenti lombardi e le loro famiglie hanno diritto a un servizio adeguato” ha detto Terzi, “non ci sono alibi di sorta” e ha invitato le Agenzie a “organizzare il servizio di trasporto pubblico locale sul territorio e intervenire laddove si presentano delle criticità. Lo facciano al più presto.” “Il servizio di trasporto pubblico locale che abbiamo l’onere e, di questi tempi, lo scarso onore di gestire è spesso richiamato come componente essenziale di ormai inderogabili politiche di transizione ambientale e di orientamento della mobilità verso modelli maggiormente sostenibili e, per quanto ridimensionato negli anni e a risorse costanti, vede in molte aree del nostro territorio un trend importante e positivo di crescita degli utenti – replicano i presidenti – In questo quadro, non stupisce che i bus siano spesso sovraffollati, stupisce che la questione sia troppo spesso ridotta a polemiche a mezzo stampa e che chi ha la responsabilità delle politiche di bilancio in questo settore non si attivi con adeguati interventi”.