Paolo Bonolis e la zia venerabile Adele: in suo ricordo l’aiuto alla comunità di Vedano al Lambro

Il noto conduttore tv, in dialogo con l’arcivescovo Mario Delpini in un incontro online di presentazione del docufilm “La centesima strada” realizzato da Paolo Lipari sulla benefattrice venerabile. Le sue parole: «Il miracolo per diventare beata sono le sue case, non fate finta di non vederlo».
Paolo Bonolis durante l’incontro in streaming con l’arcivescovo di Milano Mario Delpini
Paolo Bonolis durante l’incontro in streaming con l’arcivescovo di Milano Mario Delpini

Adele Bonolis ha trasformato il bisogno degli altri nella propria vocazione: ha fatto riscoprire il Dio buono partendo dagli incontri con le singole persone. L’arcivescovo Mario Delpini ha spiegato, in un incontro online per la presentazione di un docufilm dedicato alle sue opere, le virtù e i motivi che hanno reso venerabile l’insegnante milanese, scomparsa nel 1980: il dibattito, organizzato dalla fondazione che porta il suo nome e che gestisce la comunità per malati psichiatrici di Vedano, ha illuminato una figura che nella sua intraprendenza si lasciava guidare dal Signore. Ha fondato quattro case, tuttora attive, per accogliere le ex prostitute, le ragazze madri, i bambini, gli ex detenuti e i pazienti con problemi psichici. I santi come lei, ha aggiunto Delpini, riescono a fornire soluzioni profetiche e provocatorie ai problemi: con la sua genialità suscitava la carità negli altri come le famiglie facoltose che le hanno donato le ville in cui aprire le comunità di Montano Lucino, Cibrone, Lenno e Vedano. Era autorevole ma non autoritaria, hanno testimoniato i suoi ex studenti del liceo Berchet nel docufilm di Paolo Lipari “La centesima strada”. «Pensavo di dover compiere un viaggio nel passato – ha confidato il regista – invece sono stato catapultato nel presente. Ho incontrato un’amica dalle qualità straordinarie». La sua santità, ha proseguito, ha «la leggerezza di un abbraccio inatteso». La centesima strada, precisava Adele, è quella indicata da Dio dopo che noi ne percorriamo 99 per fare del bene.

Il carattere della Bonolis è stato tratteggiato dal nipote Paolo che da piccolo trascorreva le vacanze a Montano Lucino: «Era sempre sorridente – ha ricordato – allegra, anche un po’ farabutta e subdola come tutti i Bonolis». Il presentatore ha raccontato uno scherzo macchinato dalla zia nei confronti della cuoca: lo ha convinto a chiedere alla signora che stava cucinando un aiuto nel fare i compiti e, di fronte alle mancate risposte, l’ha costretta a rimediare preparandogli i mondeghini. Adele, dichiarata venerabile da papa Francesco il 21 gennaio, potrebbe essere proclamata beata solo in seguito a un miracolo riconosciuto: «Il miracolo – ha commentato Paolo – sono le sue case, non fate finta di non vederlo». Lui, dal canto suo, contribuirà all’ultimo progetto della Fondazione vedanese: la realizzazione di otto mini appartamenti per gli ospiti della comunità. «Sarà – ha detto – come quando aiutavo la zia a raccogliere le carote».

L’Asfra di Vedano, ha fatto notare il presidente Alessandro Pirola, è un’opera grandiosa con i suoi 80 residenti e i 40 utenti del centro diurno. Il cantiere per rialzare di un piano uno degli edifici partirà in primavera con il cofinanziamento di Fondazione Cariplo: «Conteremo sulla Provvidenza – ha assicurato – e come Adele seguiremo sempre la chiesa e l’arcivescovo».

Monica Bonalumi