Ospedale San Gerardo: quasi cento ricoveri in dodici giorni, sono 287 e nella terza ondata è rilevante l’afflusso al pronto soccorso

I dati dell’ospedale San Gerardo di Monza raccontano la crescita dei contagi e degli accessi per Covid di questa terza ondata: sono 287 i pazienti ricoverati, rispetto alle ondate precedenti è rilevante l’afflusso al pronto soccorso anche dei pazienti non covid.
MONZA coronavirus ambulanza in ospedale
MONZA coronavirus ambulanza in ospedale Fabrizio Radaelli

Quasi cento ricoverati in più in soli 12 giorni. Sono i dati dell’ospedale San Gerardo di Monza che raccontano l’inarrestabile crescita dei contagi e dei ricoveri per Covid di questa terza ondata.

Erano 208 i ricoveri il 12 marzo, saliti a 248 mercoledì scorso per raggiungere i 293 registrati mercoledì e i 287 nell’aggiornamento di giovedì. Di questi 36 sono in Terapia intensiva.

Notevole anche l’accesso al Pronto soccorso. Nell’ultima settimana ci sono stati 195 accessi e 117 ricoveri con una media di ricoveri al giorno di 21 pazienti. Sono 29 i pazienti trasferiti negli ultimi sette giorni altri centri Spoke sul territorio come gli Istituti Clinici Zucchi o il Policlinico di Monza.

«In linea generale – commenta il direttore generale della Asst Monza Mario Alparone – si osserva una differenza importante tra la terza ondata e le altre due. In questo momento continua ad essere rilevante l’afflusso di pazienti complessivo al Ps e dei pazienti non Covid che, invece, nelle fasi di picco precedenti, si erano ridotti».

Le conseguenze di questa pressione sul pronto soccorso per patologie non covid sono facilmente immaginabili: «Facciamo fatica – prosegue il direttore – a trasformare i posti letto da Covid negativi a Covid positivi e diventa pertanto determinante il meccanismo di trasferimento di pazienti tra ospedali effettuato attraverso la centrale regionale che ci sta supportando».

Questa terza fase sembra, se possibile, di durata e intensità maggiori, se non altro perché non c’è stata pausa come tra la prima e la seconda quando, nel periodo estivo l’ospedale era tornato alla normalità.

«La prolungata intensità e durata di questa fase – conferma Alparone – ha comportato una netta contrazione di tutte le attività elettive chirurgiche e di quelle non urgenti ambulatoriali».