Monza, torna la festa delle Grazie Firun, fedascia, sagra e tradizione

È la tradizionale festa del santuario della Madonna delle Grazie, in occasione della solennità dell’annunciazione del Signore, che la Chiesa ricorda il 25 marzo. A Monza è fitto il calendario degli appuntamenti proposti dalla comunità francescana. Il programma e un po’ di storia.
Festa della Madonna delle Grazie: il convento francescano a Monza
Festa della Madonna delle Grazie: il convento francescano a Monza Radaelli Fabrizio

È la tradizionale festa del santuario della Madonna delle Grazie, in occasione della solennità dell’annunciazione del Signore, che la Chiesa ricorda il 25 marzo. A Monza è fitto come ogni anno il calendario degli appuntamenti religiosi proposti dalla comunità francescana.

Il programma – La festa si apre sabato 22 marzo, alle 17.30, con i vespri e poi la messa presieduta da fra Roberto Ferrari, superiore del convento di via Montecassino. Alle 21 il concerto mariano del coro dei Santi Gervaso e Protaso di Caglio. Domenica 23 messa delle 10.30 presieduta da monsignor Luigi Stucchi, vescovo ausiliare di Milano.

La festa liturgica inizierà il 24 marzo, con la messa vespertina delle 18 già dedicata all’annunciazione di Maria, guidata dall’arciprete, monsignor Silvano Provasi, insieme ai canonici della basilica. Nel giorno della festa del santuario, martedì 25 marzo, saranno molte le messe proposte nella chiesa di via Montecassino. A presiedere quella delle 9 sarà don Giancarlo Airaghi, parroco di San Gerardo, mentre il vicario episcopale, monsignor Patrizio Garascia celebrerà quella delle 10.30.

Appuntamento atteso la processione nel parco, passando attraverso la porticina delle Grazie, prevista per le 16.30. Una piccola processione di ringraziamento al creato prima del rientro in chiesa per il canto solenne del vespro. Accanto alla festa liturgica l’appuntamento con le bancarelle, fuori e dentro il santuario. I frati propongono il loro mercatino sabato 22 (dalle 14 alle 18), domenica 23 e martedì 25 (dalle 8.30 alle 18).

La storia – «L’anno 1493 alle 8 mese di settembre si pose solennemente la prima pietra fondamentale e si principiò la fabrica della Chiesa con grande concorso di popolo, in questo sito dissegnato a piacere del P. Vicario Provinciale Antonio da Vercelli e Frati Minori Osservanti secondo li patti con la Communità di Monza».

Anno 1700: Fra Bernardino Burocco annota la fondazione della santuario francesco «nella strada pubblica per la quale si andava dalla detta chiesa di S. Maria Grazie alla Porta di Grado». Il canonico Antonio Francesco Frisi, allo spirare del secolo (1794), approfondisce l’attaccamento della gente monzese per la «Madonnina», Signora della città: «Che che avenisse dell’antica Immag. di M.V., la quale diede il titolo co’ suoi Miracoli al nuovo Tempio di S. Maria delle Grazie, egli è certissimo essere contemporanea alla sua origine l’Immagine di N. V. Annunziata dall’Angelo, dipinta in tela a fresco, ossia a guazzo, che si è venerata fino dalla metà della scorso Secolo in una di quelle Cappelle, e che prima era esposta alla divozione de’ Fedeli ne fondo del Coro della Chiesa medesima».

Da più di 500 anni, «la immensa quantità dei voti ivi appesi, sono un chiaro monumento delle continuate grazie quivi compartite all’assiduo concorso de’ Popoli divoti».

I “munsciasc” e oggi – L a festa delle «Grazie» è una tradizione che si rinnova con la freschezza di fede «verso le fonti vere della verità e della grazia». I tempi cambiano e le mode passano: ma la devozione per la Madonna rimane intatta. Certo, sono passati in cavalleria l’ingenua pietà dei vecchi “munsciasc” che, nella taumaturgica pala d’altare, vi vedevano addirittura un’opera di San Luca. Come è scomparsa l’usanza della «benedizione per i sposini brianzoli». Nuove povertà e impellenti fermenti sociali bussano alla porta del Santuario: ma il nocciolo duro della preghiera è intatto.

Scriveva il poeta dialettale Marco Turati: “L’è partida de nott, l’ha portàa adreèe pan, fed e rosari, spontava el sô quand l’è arivada al santuari. L’è andada in confession, l’ha pregàa tutta la giornata in genuggion, l’ha fàa benedì ona camisa netta, l’è tornada al paes cont l’acqua bendetta. Toemela nò per la longa, credemm a quel che se ved. questa l’è vera fed” (1940).

L’ex sindaco di Monza, Giacomo Nava, si spingeva più in là: «Sento vivo e profondo il bisogno di chiedere alla venerata vergine delle Grazie copiose benedizioni per questa cara Monza e per la sua gente» (1968).

La sagra «che richiama all’aperta i Monzesi, ai primi indizi della primavera, è quella della Madonna delle Grazie (…). La sagra s’inizia il 25 marzo, ricorrenza liturgica dell’Annunciazione, e si protrae fino alla domenica successive, giorni dei solenni festeggiamenti (…). Sul piazzale e nelle adiacenze si allestisce, per tutta la sagra, una fiera popolare» (La città di Teodolinda, 1964).

Oggi la tradizionale fiera è stata sostituita da un più prosaico mercato: i “firun” di castagne al forno sono stati sostituiti da prodotti made in China. Ma la “fedascia” rimane vivissima: nonostante tutto.