Era il 1980 quando un gruppo di amici appartenenti alla società alpinistica “Fior di Montagna” di Monza, decise di organizzare in autodromo la prima edizione della Marcia podistica Formula 1 per ricordare alcune persone scomparse a loro care e sostenere l’attività della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.
Da allora in una data variabile tra gli inizi di maggio e quelli di giugno, a seconda degli anni, il circuito si è sempre animato di persone di ogni età festanti e generose. Quest’anno, però, l’appuntamento – che era stato programmato per domenica scorsa – è saltato a causa dell’emergenza sanitaria. Gli organizzatori, però, non si sono dati per vinti. Oltre a rinnovare l’appuntamento per il prossimo anno, si sono ingegnati per rendere meno triste la giornata invitando coloro che si erano già iscritti alla manifestazione (o che contavano di farlo) e tutti i volontari che avevano dato la loro disponibilità a lavorare dietro le quinte della marcia a tirare fuori dai loro cassetti le maglie delle passate edizioni e a postarle sulla pagina Facebook dell’associazione presieduta da Marco Alloisio, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Toracica e Generale Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. Ne sono nati tanti quadretti e coloratissimi collage per rievocare tra le mura di casa e nei giardini privati le tante giornate trascorse tra i rettilinei e le curve dell’autodromo. Ma non è tutto.
La Lilt di Monza e di Milano all’inizio dell’emergenza coronavirus hanno lanciato una campagna di raccolta fondi per aiutare l’unità di terapia intensiva dell’ospedale san Gerardo e per dare continuità ai servizi di assistenza dei malati in cura all’Istituto dei Tumori di Milano. Per questi progetti sono stati raccolti oltre 550.000 euro tra donazioni di privati e il supporto degli amici della Marcia Formula Uno che hanno devoluto la quota di iscrizione e altri contributi volontari.
«I contributi – ha spiegato Alloisio – si sono trasformati in attrezzature e materiali fondamentali per combattere il virus e curare chi è stato colpito». In particolare, all’ospedale San Gerardo sono stati destinati: tre ventilatori polmonari, due ecografi portatili, un ecografo multidisciplinare, settantacinque broncoscopi monouso per pazienti intubati, tremila tute protettive e ventuno mila mascherine. Le donazioni continuano e ora serviranno ad aiutare i malati oncologici delle province di Monza e di Milano che vivono in condizioni disagiate e che, comunque, non possono (e non devono) interrompere le loro terapie.