Monza e Brianza: le scuole e la fuga dei pensionati, corpo docenti sfalciato

Crollo degli insegnanti nelle scuole di Monza e Brianza per Quota 100 e altri fattori: a settembre le scuole devono farei conti con il personale sfalciato. Ecco i numeri in provincia.
Studenti superiori di Lissone alle prese con la maturità
Studenti superiori di Lissone alle prese con la maturità

«Situazione drammatica nelle scuole lombarde per il prossimo anno scolastico». Secondo la Flc Cgil di Monza e Brianza la situazione di precariato in cui versano i plessi scolastici permane e, con i pensionamenti rischia di peggiorare. Nella sola città di Monza sono oltre una settantina i docenti che concludono la carriera nell’insegnamento, dalle scuole del primo ciclo alle superiori a settembre ci sarà un ricambio importante.

Al Ferrari cinque i docenti che hanno concluso la carriera, sei all’Olivetti, cinque al Mapelli, nove al liceo Frisi, una decina al Mosè Bianchi (non solo docenti anche personale non scolastico) tre al comprensivo Koinè, una alla primaria Volta, tre al comprensivo Raiberti, quattro nella sola media Bellani, quattro al liceo Porta, cinque al comprensivo di via Correggio, dodici all’Hensemberger. Senza dimenticare che una scuola superiore e due comprensivi del primo ciclo sono in reggenza. I sindacati lanciano l’allarme: 397 scuole senza preside (ovvero circa il 35 percento) e 631 senza direttore dei servizi generali e amministrativi( dsga che raggiunge il 55 percento delle scuole del territorio) in tutta la provincia MB e nella città metropolitana di Milano.

Nella sola provincia brianzola ci saranno sei dirigenti in pensione e ben 33 istituti che necessitano di un dirigente (oggi gestite da reggenti). Si sta concludendo un anno già difficile e problematico per molte scuole, dalla mancanza di un dirigente scolastico all’assenza di un direttore dei servizi generali e amministrativi, senza dimenticare le novità comunicate in corso d’anno relative all’esame di Stato. Il Ministro dell’istruzione Marco Bussetti, recentemente, ha affermato che il quadro delle assunzioni sarà completato con 72.000 assunzioni per arrivare, nel 2023 a 100mila immissioni in ruolo, attraverso concorsi che saranno banditi ogni 2 anni. Già in estate saranno banditi due concorsi, uno ordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado (medie e superiori) il concorso ordinario per la scuola dell’infanzia e primaria.

Per il concorso scuola dell’infanzia saranno banditi circa 16.000 posti, circa 55.000 per la scuola secondaria a livello nazionale. Concorsi che riguardano il comparto docenti, mentre il concorso per i dirigenti, che è in corso in queste settimane, sempre secondo i sindacati non riuscirà a coprire tutti i posti vacanti. Stesso ragionamento per il concorso riservato al comparto amministrativo della scuola, che è in corso, non sarà sufficiente a coprire tutti i posti vacanti.n