Monza dice addio all’architetto Bruno Lattuada

Monza dice addio a Bruno Lattuada, l’architetto del Comune che ha firmato tutti i progetti di riqualificazione dei più prestigiosi edifici pubblici realizzati negli ultimi decenni.
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Fabrizio Radaelli

Ha firmato tutti i progetti di riqualificazione dei più prestigiosi edifici pubblici realizzati negli ultimi decenni a Monza: Bruno Lattuada, architetto, dirigente del Comune in pensione da poco più di un anno, si è spento giovedì a 63 anni a causa dell’acuirsi di una malattia che lo ha colpito tempo fa. Lascia all’intera città una notevole eredità professionale che va dal recupero del pianterreno e della copertura della Villa Reale, terminato prima dell’istituzione del Consorzio di gestione della ex reggia, a quello della sede della Procura in via Solera fino al restauro dell’Arengario e del comando della Polizia locale in via Marsala.

«Era un professionista competente e capace – afferma l’assessore all’Istruzione Pier Franco Maffè – era una figura di riferimento per il Comune, la memoria storica del settore Lavori pubblici e per me era un amico: ci siamo conosciuti da ragazzi e l’ho frequentato anche negli ultimi mesi. Lascerà un grande vuoto non solo nella sua famiglia. Il regalo più bello che la città gli ha fatto è stata la dedicazione della piazzetta all’interno del Parco, a Porta Monza, al nonno che è stato uno tra i più noti pittori locali» della prima metà del Novecento.

Il progetto a cui, forse, Lattuada teneva di più è, però, rimasto sulla carta: il nuovo Tribunale che avrebbe dovuto essere costruito sull’area della ex caserma IV Novembre, dove ora sorge la Provincia, e che è stato accantonato anche per la retromarcia fatta a livello politico. «Ha avuto il merito – commenta Maffè – di essere rimasto a lavorare in Comune nonostante avrebbe potuto guadagnare di più altrove: in questo modo ha potuto fare delle cose belle per la città».