Monza, apre il parco urbano commestibile: a passeggio tra zeuka e bigarreau

Sabato appuntamento in via Borsa a Monza con l’associazione Liberi Frutti: apre il parco commestibile.
Giardino commestibile
Giardino commestibile Fabrizio Radaelli

Taglio del nastro a Monza: in via Borsa, all’angolo con via Pindemonte, sta per essere inaugurato il primo parco urbano commestibile della città.

Succederà sabato 18 settembre con un open day organizzato dall’associazione di promozione sociale Liberi Frutti dalle 10 alle 18 (in caso di maltempo, l’evento sarà rinviato alla settimana successiva) e aperto a tutti i curiosi e a tutti gli interessati.

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Il progetto era risultato vincitore della seconda edizione di Bilancio partecipativo, quella targata 2017: a proporlo Paola Nardi, che ha coinvolto nell’iniziativa alcune amiche come lei appassionate di giardinaggio e attente ai temi della biodiversità. Risale alla scorsa primavera la firma del patto di collaborazione per la presa in carico dell’area verde del quartiere di Regina Pacis – San Donato.

Durante l’inverno c’è stata la messa a dimora delle piante: essenze autoctone e alberi da frutto antichi, acquistati dal vivaio Omezzolli di Riva del Garda che proprio nella produzione di queste varietà è specializzato.

Ventinove gli esemplari selezionati, che sarebbe riduttivo classificare solo come alberi che tra qualche tempo saranno carichi di mele, pere e fichi: nel nuovo frutteto si impareranno a riconoscere tra i meli lo zeuka e la limoncella napoletana, il doge di Verona e la rosa gentile, mentre tra i ciliegi la marasca del Piemonte e il bigarreau Napoleon (che a discapito del nome ha una origine dibattuta tra Francia e Germania).

«In questo periodo abbiamo lavorato il terreno, molto sassoso, e lo abbiamo abbellito con aiuole, cespugli e cartelli – spiega Nardi – Da gennaio i volontari dell’associazione stanno lavorando per rendere il parco urbano commestibile sempre più bello e fruibile a tutta la cittadinanza».

Liberi Frutti «ha subito cercato un’alleanza con la scuola Paolo Borsa e a partire da quest’anno scolastico gli studenti del corso di operatore agricolo potranno utilizzare l’area per fare pratica. Proprio per sancire l’accordo – spiegano dall’associazione – durante l’open day saranno presenti alcuni rappresentanti della scuola che, per l’occasione, offrirà un aperitivo» nella tarda mattinata.

Entusiaste le volontarie: «Siamo convinte che le piante del passato rappresentino le nostre radici e che, per costruire un futuro sostenibile nell’epoca del cambiamento climatico, sia necessario tutelare questa memoria vivente», commenta Liliana Errichelli.

Alla sua voce si aggiunge quella di Nadia Tadioli: «Desideriamo lavorare con i ragazzi e i bambini delle scuole, con le famiglie e con chi ama gli alberi da frutto, con chi vuole passare del tempo condiviso e chi vuole trovare un luogo sereno e accogliente dove potersi esprimere».