Monza: andata e ritorno da Indianapolis per sette ragazzi nell’altra capitale della velocità

Incontro in municipio per i sette ragazzi partiti per Indianapolis, l’altra capitale della velocità, grazie al progetto del Comune.
Studenti gemellaggio Monza Indianapolis
Studenti gemellaggio Monza Indianapolis Fabrizio Radaelli

Una giornata a stelle e strisce a Monza. Il Console generale degli Stati Uniti a Milano Robert Needham ha incontrato in comune il sindaco Dario Allevi e l’assessore alle politiche giovanili Federico Arena per ribadire, oltre alla storica amicizia tra Italia e Stati Uniti, anche il particolare filo che unisce Monza a un altro tempio dei motori, Indianapolis, il cui Motor speedway è stato costruito nel 1911, ancor prima del quasi centenario impianto monzese.

E proprio nella patria della celebre 500 Miglia si sono recati sei ragazzi e una ragazza monzesi dal 17 al 24 novembre per partecipare a uno scambio culturale tra studenti del capoluogo brianzolo e americani voluto dal progetto delle “Sister Cities”, un’organizzazione nata nel 1956 con lo scopo di promuovere collaborazione tra popoli diversi e lontani.

A varcare l’oceano, quando oramai non ci speravano più (il viaggio è stato rimandato a causa dell’emergenza sanitaria) sono stati: Andrea Amico (Politecnico di Milano, facoltà di Ingegneria Aerospaziale laurea triennale), Andrea Orlando (Università degli studi di Bergamo, facoltà di Ingegneria Meccanica laurea magistrale), Sara Colombo (Libera Università di lingue e comunicazione – Iulm, facoltà di comunicazione media e pubblicità laurea triennale), Pietro Galimberti (Politecnico di Milano, facoltà di ingegneria gestionale, laurea triennale), Riccardo Motta (Università di Bologna, organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attività motorie), Giuseppe Sebastiano Manzo (Politecnico di Milano, ingegneria dell’automazione laurea magistrale) e Marco Schifone (Politecnico di Milano, facoltà di ingegneria aerospaziale laurea triennale).

I giovani sono stati accolti dal Console italiano onorario a Indianapolis e presidente dell’Indianapolis Sister Cities International, Zeno Tutino e sono stati ricevuti dal vicesindaco di Indianapolis Judith Thomas e dal direttore affari internazionali Ruth Morales che hanno consegnato loro le chiavi della città. Le loro giornate sono state intensissime tra visite ad aziende automobilistiche, tra le quali l’italiana Dallara e l’Andretti Autosport di proprietà dell’ex pilota di Formula 1, l’italoamericano Michael Andretti, tappe al 16 Tech, il distretto dell’innovazione di Indianapolis, e alla Iupui school of engineering and technology dove hanno incontrato Andrew Borme, professore ordinario di motorsports engineering, visite a musei e confronti con gli studenti dell’University of Indianapolis e della Marian University e momenti di svago con una partita di basket Nba tra i padroni di casa degli Indiana Pacers e i New Orleans Pelicans.

Un’esperienza che ha lasciato il segno in tutti e sette i ragazzi, non solo per i ricordi dei tanti momenti vissuti, ma anche per la possibilità di aver visto da vicino un mondo che prima conoscevano solo dai film e dai giornali e per aver accresciuto le loro competenze in vista di un futuro professionale. I giovani, infatti, hanno lasciato i loro curricula ad alcune aziende e in attesa di terminare gli studi incrociano le dita. Soprattutto dopo aver potuto constatare quanto la preparazione dei laureati italiani sia apprezzata negli States.

«Un accordo di gemellaggio può rivelarsi un’operazione virtuosa e recare molti benefici ad una comunità: integrazione, unione tra persone di Paesi diversi, condivisione dei problemi, scambio di opinioni. Quando il sistema funziona, tutto questo si traduce in vantaggi concreti. Speriamo di poter ripetere ancora questa esperienza» hanno concluso il sindaco Allevi e l’assessore Arena.