Metrotranvia Milano-Limbiate: Senago e Varedo di traverso, lavori a rischio

I lavori per il secondo lotto della riqualificazione della metrotranvia Milano-Limbiate sono a rischio per il rifiuto dei Comuni di Senago e Varedo di stanziare la loro quota. Ecco la situazione.
Il tram Milano-Limbiate
Il tram Milano-Limbiate Fabio Cavallari

Le amministrazioni di Milano, Cormano, Paderno e Limbiate favorevoli al progetto e quelle di Senago e Varedo che si rifiutano di stanziare la quota a loro carico. È un film già visto quello andato in scena nell’ultima riunione convocata da Marco Granelli, assessore alla Mobilità del Comune di Milano, per parlare del secondo lotto della metrotramvia Milano-Limbiate, quello relativo alla tratta tra il deposito di Varedo e il capolinea di Mombello.


LEGGI Inquinamento: presidio verde alla Comasina per la metrotranvia Milano-Limbiate

Per la riqualificazione anche della parte più nord del collegamento tra Limbiate e la fermata della metropolitana della Comasina i cinque Comuni interessati dovrebbero stanziare complessivamente 2 milioni 935mila euro nei prossimi cinque anni ma, come avvenuto per il primo lotto, non c’è comunione di intenti. L’amministrazione di Varedo ha ribadito il proprio scarso interesse verso un mezzo di trasporto poco utilizzato dai propri cittadini che preferiscono di gran lunga i treni di Trenord, mentre quella di Senago si è nuovamente detta favorevole all’opera a patto che sia a costo zero per le loro casse.


LEGGI Metrotranvia Milano-Limbiate, quanti prendono il tram: «Non lasciare 2.700 persone a piedi o in macchina»

«La quota a nostro carico – dichiara Mario Milani, assessore ai Lavori pubblici senaghese – sarebbe di 375mila euro sebbene la linea non passi sul nostro territorio ma sia solo tangente. Per noi non è sostenibile visto che abbiamo in previsione 700mila euro di investimenti sulle scuole. Ci sembra prioritario questo intervento piuttosto che un progetto che di certo andrà a condizionare la nostra viabilità».

Parole per nulla condivise da Lorenzo Conforto, capogruppo del Pd di Senago. «Dalle rilevazioni fatte da Atm nel febbraio 2017 – spiega – emerge che ogni giorno oltre 250 persone prendono il tram alla fermata di Castelletto. Quello sulla metrotramvia è un investimento sul futuro: verrà riorganizzata completamente la viabilità sulla Comasina, verrà ammodernata la linea rendendola più veloce, più efficiente, più sicura. Un Comune che spende in totale tra i 40 e i 50 mila euro per una festa dei fiori senza fiori non può dire di non avere 75mila euro all’anno per cinque anni per questo progetto. A meno che dichiarare pubblicamente che il bilancio di Senago non è roseo è funzionale a far passare l’amministrazione come un accattone che cerca soldi».

È ovviamente più che favorevole il parere dell’amministrazione comunale di Limbiate sulla riqualificazione del secondo lotto della tramvia, quello che corre quasi interamente sul territorio cittadino.
«Per noi è un’opera strategica – spiega il sindaco Antonio Romeo – e credo che non si possa fermare un progetto da circa 150 milioni di euro perché alcuni Comuni non vogliono contribuire con poche centinaia di migliaia. È da sette anni che sento questa storia». Anche Claudio Ceschini, assessore alla Mobilità che ha partecipato alla riunione dei giorni scorsi, è dello stesso parere: «La nostra adesione al progetto – dichiara – è da sempre molto convinta. I tempi sono ristretti ma la riqualificazione si farà».

Lunedì è in programma una seconda riunione nella quale il Comune di Senago ribadirà la propria intenzione di non investire neanche un euro nonostante l’assessore milanese Marco Granelli abbia spiegato che il mancato pagamento della quota da parte delle singole amministrazioni avrebbe potuto mettere a rischio tutto il progetto.