Lutto ad Albiate, il Covid si porta via padre Massimo Motta: dalla portineria dell’ospedale di Carate al sacerdozio

Aveva solo 63 anni e venne ordinato sacerdote nel 2000. «Era ricoverato all’ospedale “Spallanzani” di Roma da un paio di settimane per alcune complicazioni legate al virus che purtroppo non è riuscito a superare» fanno sapere dalla Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram.
Padre Massimo Motta
Padre Massimo Motta Elisabetta Pioltelli

Il Covid si porta via un altro membro del Vicariato italiano della congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram: Massimo Motta è scomparso martedì 13 aprile. «Il religioso betharramita aveva soltanto 63 anni ed era ricoverato all’ospedale “Spallanzani” di Roma da un paio di settimane per alcune complicazioni legate al virus che purtroppo non è riuscito a superare» fanno sapere dalla Congregazione.

Padre Massimo era originario di Albiate: nella cittadina brianzola era nato il 2 luglio 1957 e poco lontano, nella portineria dell’ospedale di Carate Brianza, aveva lavorato finché decise di seguire la vocazione al sacerdozio, prima frequentando il seminario diocesano di Seveso e poi completando gli studi nella comunità betharramita di Sala Baganza (Parma).

Subito dopo l’ordinazione avvenuta nel 2000 e nonostante la disabilità dovuta alla poliomelite che aveva contratto a 15 mesi d’età, padre Massimo prestò servizio nelle parrocchie di Montemurlo (Pistoia) e Santa Rosa da Viterbo a Roma; infine prese residenza nella comunità betharramita di Monteporzio Catone. «Nella parrocchia locale il religioso svolgeva incarichi pastorali, inoltre si dedicava con attenzione sia alla direzione spirituale sia all’animazione del percorso delle “Dieci parole”, un’esperienza di catechesi cristiana nata nella capitale la cui riflessione prende le mosse dai dieci comandamenti» aggiunge la Congregazione.

Le esequie saranno celebrate nella parrocchia di Albiate lunedì 19 aprile alle 15. Nel paese brianzolo ha sede la Casa provincializia dei Padri Betharramiti.