Lettera aperta di 54 insegnanti del liceo Banfi di Vimercate: «Studiare la storia è importante»

Un gruppo di 54 docenti del Liceo Banfi di Vimercate (un ampio numero rispetto al corpo docente della scuola) ha redatto e firmato una lettera aperta, cui ha dato la propria adesione anche il Consiglio di Istituto del liceo. La lettera trae evidentemente origine dalle polemiche degli ultimi mesi, scaturite dalla decisione del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti di cancellare la prova di storia nell’esame di maturità
La tragedia di Lucrezia di Sandro Botticelli
La tragedia di Lucrezia di Sandro Botticelli

Un gruppo di 54 docenti del Liceo Banfi di Vimercate (un ampio numero rispetto al corpo docente della scuola) ha redatto e firmato una lettera aperta, cui ha dato la propria adesione anche il Consiglio di Istituto del liceo. La lettera è stata diffusa dal dirigente scolastico Giancarlo Sala tramite circolare interna per «ribadire anzitutto l’importanza dello studio della Storia nelle scuole di ogni ordine e grado, oggi in una certa misura ridimensionato, anche in virtù della “abolizione” del tema storico all’esame di maturità, ma nondimeno riaffermare la centralità della libertà dell’insegnamento, alla luce dei principi contenuti nella Carta Costituzionale» spiegano gli insegnanti promotori dell’iniziativa. Si tratta di un documento che prende le mosse da un passo di Primo Levi (di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita), il quale fu letterato e chimico, oltre che testimone degli orrori dei lager nazisti. «Ciò per testimoniare come cultura letteraria, scientifica e memoria storica debbano contribuire ciascuna per la propria parte alla formazione delle nuove generazioni» spiegano. Il testo trae evidentemente origine dalle polemiche degli ultimi mesi, scaturite dalla decisione del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti di cancellare la prova di storia nell’esame di maturità. Una scelta fortemente contestata dal mondo accademico e culturale italiano e che ha visto lanciare un appello per la sua salvaguardia, sulle pagine di Repubblica, lo storico Andrea Giardina, la senatrice a vita Liliana Segre e lo scrittore Andrea Camilleri.

«Ci teniamo a ribadire come questa non sia da considerare una lettera “contro” qualcuno, bensì come un contributo propositivo, affinché nessuno – a principiare dalle Istituzioni fino ai docenti, agli studenti, alle famiglie – dimentichi mai il ruolo fondamentale che la scuola ha nella costruzione del domani di un Paese; un domani che – come è ovvio – non può essere concepito senza un “ieri” conosciuto e compreso, e senza un “oggi” fatto di regole e valori (in primis la libertà di insegnamento e di espressione) liberamente condivisi» spiegano ancora i professori.