Le parrocchie di Monza e Brianza rinunciano a (quasi) tutti gli oratori estivi

Le eccezioni ci sono e qualcuno ha aperto le iscrizioni: ma quasi tutte le parrocchie di Monza e Brianza devono rinunciare agli oratori estivi a causa delle normative anti-Covid.
Bambini all’oratorio a Monza negli scorsi anni
Bambini all’oratorio a Monza negli scorsi anni Fabrizio Radaelli

Monza, salve sorpresa, ha già dato forfait: è si tratta di 2.500 ragazzi. Ma l’ultimo a dire stop in Brianza è stato il decanato di Vimercate, che nelle ultime ore ha diramato una lettera firmata da don Mirko Bellora e tutti i sacerdoti incaricati dagli oratori per spiegare che l’attività feriale degli ultimi anni sarà impossibile. E che bisogna immaginarsi altro: un altro che, al momento, è tutto da costruire.

“Le parrocchie e gli oratori del decanato di Vimercate, da tempo e in dialogo con le istituzioni pubbliche, si stanno interrogando sulla situazione determinata dalla pandemia e dalle norme stabilite dalle autorità competenti per affrontare la ripresa delle attività oratoriane in modo sicuro e ragionevole”. Al momento, scrive don Bellora con gli altri religiosi vimercatesi, bisogna fare riferimento a quanto scritto dall’arcivescovo monsignor Delpini: “Quanto all’estate noi dobbiamo attendere le indicazioni delle autorità competenti: è inutile speculare e moltiplicare dichiarazioni, obiezioni e propositi, se non sono ancora definite e pubblicate le linee guida da applicare in Regione”.

Quindi quest’anno “non possiamo organizzare l’oratorio estivo” perché ”non ci sono le condizioni per fare quello che abbiamo sempre fatto con tanta partecipazione dei ragazzi e gratitudine delle famiglie”; ma “noi non possiamo trascurare i ragazzi e gli adolescenti e far mancare a loro una proposta educativa di vita condivisa, di fede praticata, di giorni sereni”, il che spinge le parrocchie a dover “raccogliere la sfida di inventare qualche cosa di inedito perché inediti sono la situazione e i vincoli che, presumibilmente, saranno posti dalle competenti autorità. Qualche cosa di inedito: creato non dal singolo prete, ma dalla comunità cristiana, leggendo il territorio, le risorse disponibili e le condizioni da curare perché non ci siano trasgressioni delle normative”.

La comunicazione è stata firmata da don Mirko Bellora, don Giandomenico Colombo, don Valerio Fratus, don Antonio Longoni, don Adelio Molteni, don Angelo Puricelli, don Mauro Radice, don Stefano Strada e dai sacerdoti incaricati degli oratori: don Gabriele Villa, responsabile della pastorale giovanile, don Paolo Alberti, don Andrea Bianchi, don Davide Cardinale, don Cristiano Castelli, don Luca Civardi, don Riccardo Fumagalli, don Christian Giana, don Simone Zappa.

Sono in sintesi le notizie arrivate da Monza e dalle sue parrocchie. «Sono ancora aperti i tavoli di confronto con l’amministrazione comunale, la Regione, l’Ats, e con tutti i sacerdoti, ma dobbiamo constatare che le strutture che abbiamo a disposizione non sono adatte ad accogliere i ragazzi secondo le nuove norme, e le persone che solitamente collaboravano per la buona riuscita delle settimane di oratorio estivo sono quasi tutte minorenni, soprattutto studenti delle superiori, a cui ora non possiamo affidare in sicurezza i bambini più piccoli. L’oratorio non è un centro estivo e non può attivare le linee guida che vengono richieste», aveva spiegato don Luca Magnani, referente per la pastorale giovanile a Monza.

Le linee guida emanate dal governo prevedono la presenza di un educatore ogni sette bambini. «Non posso chiedere a un genitore volontario di assumersi una simile responsabilità. Dovremmo affidarci a cooperative di professionisti, proprio come fanno i centri estivi, ma l’oratorio non è un centro estivo, per sua stessa natura è differente. Non si tratta solo di tenere i bambini, chi si affida all’oratorio ne condivide anche lo spirito che lo anima – continuava don Magnani -. E poi c’è il problema della selezione. Ci viene chiesto di stilare una graduatoria, proprio perché non tutti potranno essere accolti, ma anche questa è una cosa che l’oratorio non può fare, non possiamo essere selettivi».

È probabile dunque che verranno proposti momenti di incontro non istituzionalizzati, dedicati a specifiche fasce d’età, degli appuntamenti sporadici per mantenere vivo il legame. «Per il momento aspettiamo ulteriori conferme, ma difficilmente i nostri oratori potranno avere la forza e le possibilità di aprire per questa estate».

Non mancano in realtà casi di oratori in Brianza che stanno facendo il possibile per organizzarsi e per attivare le iniziative feriali: per avere certezze, meglio fare riferimento alla parrocchia di riferimento.