La Lombardia passa in zona gialla, telefonata del ministro a Fontana

Il ministro Speranza telefona al governatore Fontana: da lunedì 1 febbraio, e non da domenica 31 gennaio ha precisato il Ministero, la Lombardia passa in zona gialla.
Da rossa ad arancione a gialla: la Lombardia cambia colore
Da rossa ad arancione a gialla: la Lombardia cambia colore Fabrizio Radaelli

La Lombardia in due settimane passa da zona rossa (per errore) a zona gialla: da lunedì 1 febbraio – “a seguito di precisazione da parte del Ministero della Salute , l’ordinanza entrerà in vigore da lunedì e non da domenica come per le precedenti”, dice la Regione in serata – i cittadini lombardi dovranno rispettare le regole della zona meno rischiosa (a parte la bianca) nelle norme di contenimento per il nuovo coronavirus. Lo hanno scritto le agenzia di stampa e lo ha confermato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, che ha riferito di una telefonata del ministro Speranza.

La Lombardia passa in zona gialla, telefonata del ministro a Fontana
Le regole della zona gialla

«Mi ha appena chiamato il ministro della Salute, Roberto Speranza. La Lombardia passa in zona gialla» ha detto il governatore lombardo.

«È stata una settimana certamente difficile –, abbiamo lottato perché, come attestano i dati, i lombardi meritano questa riduzione delle restrizioni. A tutti chiedo di continuare comunque a mantenere sempre alta l’attenzione continuando ad adottare comportamenti virtuosi».

Si attende l’ufficialità della firma dell’ordinanza da parte del ministro Roberto Speranza.

«La decisione del governo centrale che vede la Lombardia in fascia gialla porta un po’ di respiro ai lombardi, dal punto di vista sociale ed economico – scrive il Movimento 5 stelle regionale – . Il Governo ha messo la pezza agli errori della Regione sulla comunicazione dei dati che hanno portato la Lombardia per sette giorni in fascia rossa poi rettificata ad arancione. Oramai l’unica attività politica della Lega è quella di frignare contro il Governo facendo credere ai cittadini di essere oggetto di tortuose macchinazioni o, peggio, fare affissioni pubblicitarie per difendersi».