La Brianza che non molla si rivolge al neo ministro Giorgetti: «Vogliamo solo poter lavorare»

Il consigliere regionale Alessandro Corbetta, con la collaborazione del senatore monzese Massimiliano Romeo, al lavoro per un incontro con rappresentanti dei ristoratori e di titolari di piscine e palestre.
Il ministro Giancarlo Giorgetti
Il ministro Giancarlo Giorgetti

Potrebbe concretizzarsi già nelle prossime settimane l’obiettivo di un incontro tra i rappresentanti degli imprenditori riuniti sotto lo slogan La Brianza che non molla e i rappresentanti del neonato Governo Draghi.

«Proprio in queste ore il consigliere regionale Alessandro Corbetta sta cercando di ottenere, grazie alla collaborazione con il senatore monzese Massimiliano Romeo, un incontro con il neo ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti – spiega Aldo Rotunno, tra i portavoce della Brianza che non molla -. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a parlare con chi di dovere per spiegare direttamente ai rappresentanti del Governo le nostre ragioni. Non siamo solo ristoratori ma anche titolari di piscine e palestre. Da un anno non guadagniamo più e siamo ormai allo stremo».

Entro le prossime ore, secondo quanto dichiarato da Rotunno, i delegati della Brianza che non molla dovrebbero avere risposta in merito all’incontro con Giorgetti. «Sono stato contattato da altri gruppi di ristoratori e imprenditori dal Veneto e dal Piemonte. Vogliamo radunare una rappresentanza più ampia possibile, per portare le istanze di tutti i lavoratori fermi da un anno a causa della pandemia e di queste continue chiusure», continua Rotunno.

Se non si dovesse però arrivare a definire un appuntamento entro il fine settimana allora i rappresentanti della Brianza che non molla sono pronti a una nuova manifestazione di disturbo, prevista per lunedì 22 febbraio. Lo scorso 3 febbraio si erano messi in coda viaggiando a 10 km all’ora lungo la Valassina per raggiungere il Palazzo della Regione a Milano. «Questa volta però l’idea non è più quella di usare le macchine ma di andare direttamente a piedi. L’abbiamo chiamata “Prima camminata per Speranza”. Ci auguriamo davvero di riuscire a parlare con il Governo, noi vogliamo solo poter lavorare».