Inquinamento: Pm 10 per 86 volte oltre i limiti nel 2017 a Monza (la legge dice 35)

Sesto posto nella classifica delle maglie nere. Monza nel 2017 ha superato per 86 giorni il limite di 50 microgrammi per metro cubo di Pm 10, peggio del 2016 (anche a causa della poca pioggia) e come nel 2015. Sul lungo periodo la situazione è migliore. L’analisi di Legambiente.
Limitazioni traffico inquinamento
Limitazioni traffico inquinamento Fabrizio Radaelli

Sesto posto nella classifica delle maglie nere. Nei giorni in cui il meteo ha dato una mano alla dispersione degli inquinanti che avevano caratterizzato la settimana precedente al Natale, l’Agenzia regionale per l’ambiente ha reso noti i dati del 2017. E la classifica svela una situazione ben poco rosea in un’annata meteorologicamente difficile.
Eccola quindi : maglia nera a Cremona con 105 giorni di superamento del limite di 50 microgrammi al metro cubo di Pm10 , poi Pavia con 101, Milano 96, Lodi 90, Mantova 87, Monza con 86, Brescia 81, Bergamo 70, Como 68, Varese 45, Lecco 43, Sondrio 22.


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In tutti i capoluoghi lombardi, con la sola eccezione della città valtellinese, è stato dunque superato il limite previsto dalla normativa italiana ed europea di non più di 35 giorni sopra la soglia.

“Rispetto al 2016, anno più favorevole dal punto di vista meteorologico specialmente per le città di pianura, a pesare sull’andamento del 2017 è stata soprattutto la siccità registrata nei mesi di gennaio e di ottobre, con precipitazioni cumulate mensili pari rispettivamente a 6 mm e 10 mm (ai minimi degli ultimi 10 anni)”, analizza l’Arpa.

Nel 2016 i superamenti di soglia erano risultati rispettivamente pari a 73 a Milano, 67 a Pavia, 66 a Brescia, 65 a Mantova, 64 a Cremona, 61 a Monza, 60 a Como, 53 a Bergamo, 52 a Lodi, 35 a Varese, 31 a Lecco e 24 a Sondrio.

I dati di quest’anno sono invece maggiormente confrontabili a quelli del 2015, quando il numero di giorni di superamento della soglia a fine anno erano risultati rispettivamente 114 a Pavia, 102 a Milano, 92 a Cremona, 90 a Lodi, 88 a Monza, 84 a Brescia, 80 a Bergamo, 72 a Mantova, 64 a Como, 41 a Varese, 35 a Sondrio e 32 a Lecco. Anche in quell’anno, le condizioni meteorologiche non avevano infatti aiutato, soprattutto nei mesi di novembre e dicembre, con un prolungato periodo di scarse precipitazioni.

Il trend è comunque positivo se confrontato su un periodo di tempo più lungo. Infatti, se si considera ad esempio il dato del 2006 i giorni di superamento della soglia erano risultati rispettivamente pari a 162 a Lodi, 149 a Milano, 148 a Mantova, 146 a Brescia, 145 a Monza, 138 a Cremona e Sondrio, 113 a Pavia, 102 a Como, 90 a Bergamo, 83 a Lecco, 56 a Varese.

Anche la media annuale è, al di là delle fluttuazioni tra un anno e l’altro, in forte miglioramento: a fronte di concentrazioni medie annue che a Milano si attestavano nel 2006 a 56 microgrammi al metro cubo e a 52 nel 2007, la media dell’anno 2017 si è fermata nelle stazioni della città a valori tra 39 e 41 microgrammi (il limite di legge annuo è di 40 µg/m3, rispetto alla soglia sulla media giornaliera che è di 50, ndr).

«I dati di Arpa dimostrano che le politiche attuate dalla Regione Lombardia per la riduzione del PM 10 sono efficaci come evidenziato anche dall’analisi del Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria (PRIA) che ha portato, nel triennio di attuazione, ad una riduzione delle emissioni nocive in atmosfera – ha commentato l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Claudia Terzi – Certo la strada è ancora lunga ma con il cambio di approccio culturale un passo importante è stato fatto. Anche l’Europa, però, deve capire che il problema dell’inquinamento, nel nostro Paese, non riguarda solo una o due regioni, ma un’area più vasta caratterizzata, per via della conformazione del territorio, da una bassa dispersione delle sostanze inquinanti.Dobbiamo proseguire in questa direzione facendo fronte comune e concentrandoci sulla riduzione delle emissioni delle fonti di maggiore impatto: veicoli diesel e generatori di calore a biomassa legnosa e agricoltura».

«Milano e la Lombardia chiudono un anno molto grigio, aria fuori legge 1 giorno su 4 – è il commento di Legambiente Lombardia – L’anno che si è chiuso ha fatto registrare un chiaro peggioramento dei dati di inquinamento dell’aria rispetto al 2016. In tutti i capoluoghi, tranne Monza, le concentrazioni medie di Pm 10 sono cresciute, complici sia la minor piovosità, registrata soprattutto nelle località della bassa Padana, sia il generalizzato aumento del traffico veicolare. Su un periodo più lungo, invece, i dati mostrano una tendenza al rallentamento del trend positivo in corso da decenni: la riduzione delle concentrazioni medie ha infatti lasciato il posto ad una stabilizzazione dei valori nell’ultimo quinquennio. Segno che, probabilmente, si sta esaurendo l’effetto del miglioramento delle motorizzazioni, in particolare per quanto riguarda i diesel, maggiori contribuenti allo smog urbano, per i quali la differenza in emissioni tra le immatricolazioni più recenti e la media del parco circolante appare sempre meno rilevante. Evidentemente, nè il piano regionale (PRIA), né l’accordo antismog delle regioni padane, stanno dando risultati differenti da quelli attesi in base alle tendenze di lungo periodo».

E poi: «Se il dato di miglioramento progressivo resta per ora complessivamente confermato, la tabella di marcia resta decisamente inaccettabile. Le misure per la lotta all’inquinamento si confermano insufficienti a conseguire i miglioramenti necessari entro tempi accettabili – dichiara la presidente Barbara Meggetto – non possiamo passare i prossimi 50 anni a fare la danza della pioggia per ottenere aria più respirabile. Occorrono interventi ben più drastici di quelli prospettati da Regione Lombardia, a partire da una road map per l’estinzione dei motori diesel e dall’attivazione di misure sul fronte delle emissioni di fonte zootecnica. Il quadro di miglioramento mostra un forte rallentamento anche a Milano, dove le concentrazioni di particolato, dopo il record positivo del piovoso 2014, mostrano addirittura una chiara tendenza al peggioramento: segno che la città è troppo lenta nel mettere in campo politiche adeguate per il contenimento del traffico, dopo il consolidamento dell’area C. Vogliamo che il 2018 sia l’anno dell’attuazione del PUMS messo a punto da Milano connesso al potenziamento dei servizi di mobilità collettiva sull’intera città metropolitana: sono queste le novità che vogliamo vedere prima di parlare di aumenti del biglietto dell’ATM»