Inquinamento, l’aria della Brianza: solo 7 Comuni aderiscono al piano regionale

Due giorni di tregua dall’allarme Pm10 dopo la pioggia debole di inizio settimana e prima del ritono dell’alta pressione. Nonostante la provincia abbia una delle situazioni peggiori di tutta la Lombardia, sono solo 7 su 55 i Comuni che hanno ufficialmente aderito al progetto Aria della Regione. L’appello di Anci.
Inquinamento, i dati del Pm 10 a Monza fino al 20 dicembre
Inquinamento, i dati del Pm 10 a Monza fino al 20 dicembre Redazione online

Due giorni scarsi di pioggia debole. Poco per ripulire l’aria di Monza e Brianza dopo diciassette giorni oltre il primo limite di allerta del Protocollo regionale Aria; il livello del Pm 10 ha superato i 50 microgrammi per metro cubo con punte decise oltre il secondo livello a 70 mg. Una media calcolata sui dati delle centraline di Monza – via Machiavelli, Monza – Parco, Meda. La perturbazione martedì ha fatto scendere il livello a 41 e a 46 mercoledì 22 dicembre. Prima però del ritorno previsto dell’alta pressione nei giorni verso Natale e nella settimana che porta a capodanno.

E nonostante la provincia abbia una delle situazioni peggiori di tutta la Lombardia, dietro a Brescia (21) e in corsa con Bergamo, sono solo 7 su 55 i Comuni che hanno ufficialmente aderito al progetto della Regione con Anci per “contrastare l’inquinamento atmosferico e migliorare la qualità dell’aria a livello locale”. Sette: Monza, Cesano Maderno, Meda, Muggiò, Sovico, Bovisio Masciago e Seregno. A meno di adesioni dell’ultimora. Una settantina invece quelli della Lombardia.

Il protocollo regionale prevede limitazioni di circolazione per i diesel Euro 3 (che sarebbero dovuti essere banditi da ottobre 2016), limite a 19 gradi per i riscaldamenti (con due gradi di tolleranza), no all’uso di stufe e caminetti a bassa efficienza, no a falò, fuochi d’artificio e barbecue, alcuni consigli base di comportamento come tenere le porte dei negozi chiuse e non sostare col motore acceso (anche se fa freddo).

«Siamo convinti – dice in un comunicato il sindaco di Monza Roberto Scanagatti, presidente di Anci Lombardia, che già nel 2015 nell’emergenza chiedeva “una regia complessiva per concordare interventi contingenti e strutturali” – che servono azioni di sistema come il rafforzamento del trasporto pubblico locale, l’efficientamento degli immobili, l’utilizzo di sistemi avanzati di riscaldamento. Vanno date risposte immediate, per questo abbiamo proposto un insieme di azioni di emergenza: dalla limitazione del traffico al non utilizzo dei caminetti ad altro».

E allora l’associazione «invita tutti i Comuni ad aderire al protocollo regionale. È evidente che c’è chi ha difficoltà per la mancanza di un trasporto pubblico efficiente». Ma «il protocollo è applicato in via sperimentale e una scarsa adesione comporterà la necessità per Regione Lombardia di rivedere le modalità di attivazione delle iniziative anti inquinamento nella direzione da noi sempre auspicata di misure vincolanti per tutti».

Anche Legambiente ha scritto agli oltre 1.500 comuni lombardi . «Non ci spieghiamo come sia possibile che, di fronte all’opportunità di dare una risposta unitaria e immediata a protezione della salute dei cittadini, il Protocollo sia stato sottoscritto da pochi Comuni – sottolinea la presidente lombarda Barbara Meggetto – Ci saremmo aspettati più coraggio da parte di Regione Lombardia per rendere l’adesione obbligatoria».

E poi c’è Vimercate. Il sindaco Francesco Sartini e l’assessore all’Ambiente Maurizio Bertinelli non hanno (ancora) aderito ma lanciano l’idea dello shopping natalizio in bicicletta o coi mezzi pubblici. «Quanti vantaggi: aria un po’ più pulita, poche code, niente parcheggi assillanti. Paura per le vendite? Studi hanno evidenziato che nelle zone pedonalizzate al contrario si sono registrati incrementi».