«Impossibile il distanziamento di un metro sui mezzi pubblici, bastano le mascherine»

«Impossibile il distanziamento di un metro sui mezzi pubblici, bastano le mascherine»: lo hanno scritto i vertici delle principali associazioni di trasporto italiane, Asstra e Agens al ministro de Trasporti, De Micheli.
Un convoglio di Trenord
Un convoglio di Trenord

Tra una settimana la “Fase 2” sarà già iniziata da due giorni. E di certezze al momento ce ne sono ben poche. Men che meno nel settore, strategico per la Lombardia, del trasporto pubblico locale. Dove la novità saliente è la richiesta avanzata al ministro dei Trasporti De Micheli di togliere il vincolo della distanza di un metro sui mezzi pubblici. Lo hanno messo nero su bianco i presidenti delle principali associazioni di trasporto italiane, Asstra e Agens. Andrea Gibelli (presidente di Fnm) e Arrigo Giana (presidente di Atm). Insomma, i due colossi del trasporto pubblico lombardo.

Nella missiva, Gibelli e Giana sottolineano le proprie preoccupazioni in merito «alla praticabilità di alcune misure previste per il settore del trasporto pubblico e alla loro reale efficacia ai fini di una reale ripresa del Paese» e ribadiscono che «andrebbero create le condizioni normative, amministrative e tecniche, per garantire una reale operatività del settore e delle imprese». A proposito della misura del distanziamento sociale di un metro prevista dal governo Conte, le due associazioni, nella lettera, evidenziano che «il distanziamento ipotizzato di 1 metro per la Fase 2 limita la capacità del sistema dei trasporti di persone al 25-30% del numero di passeggeri trasportati in condizioni di normalità. Tale limite riguarderebbe sia la capienza dei veicoli, sia quella dei luoghi di attesa dei mezzi, siano essi stazioni o fermate di superficie. Ed è di tutta evidenza che, conseguentemente, l’offerta di trasporto sarebbe assolutamente insufficiente – anche a fronte di una domanda che, prevedibilmente, sarà inferiore rispetto alla situazione preemergenza COVID-19 – con inevitabili gravi ripercussioni sulla ripresa delle attività economiche e sociali e quindi sul raggiungimento degli obiettivi della Fase 2. Un tale vincolo di distanziamento potrebbe, inoltre, generare sovraffollamento a ridosso delle aree di attesa delle stazioni e alle fermate, ottenendo un effetto contrario a quello desiderato. Assembramenti non controllabili e pericolosi per la salute delle persone e addirittura comportare potenziali problemi di ordine pubblico».

Da qui la richiesta al ministro che «il funzionamento del trasporto pubblico sia basato su un criterio incardinato sull’obbligo di utilizzo delle mascherine da parte degli utenti, rigorosamente applicato. Coerentemente, peraltro, a quanto disposto nel protocollo generale per la riapertura delle imprese.

Che non sia una partita facile, quella del trasporto pubblico, lo si è capito da settimane. Ed è finita anche sul tavolo di incontro di lunedì sera,a Milano, tra il capo del governo Giuseppe Conte e il governatore Attilio Fontana. «Oggi si sono svolti i lavori del Patto per lo Sviluppo, il Tavolo istituzionale di confronto e dialogo con tutti i principali stakeholder del sistema lombardo. È stato messo a tema un documento relativo alla Fase 2 in Regione Lombardia – ha annunciato al termine del vertice con il premier -. Sono emerse alcune questioni chiave condivise da tutto il tavolo, che richiedono risposte da parte del Governo. Ho ritenuto opportuno, venuto a conoscenza dell’incontro di stasera, di consegnare un report dei lavori al presidente del Consiglio». Tra queste proprio il trasporto pubblico locale: «C’è la necessità – ha detto Fontana – di definire chi può occuparsi, e con quale titolo (i funzionari / controllori delle aziende di trasporto non sono pubblici ufficiali), dei controlli all’ingresso delle stazioni e sui mezzi pubblici e del mantenimento delle distanze al loro interno».

Intanto tornano a far sentire la propria voce anche i rappresentanti dei pendolari e i comitati dei viaggiatori di tutte le linee lombarde: «Mancano pochissimi giorni alla ripartenza e a questo punto non è più procrastinabile da parte di Regione Lombardia una comunicazione che confermi che l’offerta del TPL (ferro, gomma e urbano) tornerà subito al 100% dei valori stabili dai contratto di servizio, come avveniva fino al lockdown – hanno scritto in un comunicato i rappresentanti dei viaggiatori -. Questa quota è l’unica praticabile e utile ad assicurare il più possibile il necessario distanziamento sociale sui mezzi di trasporto e a garantire la successiva ripresa».