“Impianto trattamento rifiuti potenzialmente pericoloso”: sequestro e una denuncia in provincia di Monza e Brianza

In azione i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Milano con il supporto dei militari della Compagnia Carabinieri di Desio. L’azienda, di Limbiate, seppur autorizzata al trattamento dei rifiuti, stava operando in violazione delle prescrizioni e in difformità delle concessioni ambientali.
I militari del Noe nell’impianto
I militari del Noe

I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Milano hanno individuato a Limbiate un impianto di trattamento rifiuti potenzialmente pericoloso che è stato sottoposto a meticoloso controllo con il supporto dei militari della Compagnia Carabinieri di Desio. Nel corso delle verifiche e dalla visione della documentazione è emerso che l’azienda, seppur autorizzata al trattamento dei rifiuti, stava operando in violazione delle prescrizioni e in difformità delle relative concessioni ambientali.

Pertanto, ad esito degli accertamenti, i militari del Noe di Milano hanno sequestrato l’intero impianto, ove erano accantonati circa 600 tonnellate di rifiuti costituiti principalmente da imballaggi misti, materiali inerti, carta da macero e rottami ferrosi, unitamente a un autocarro, due rimorchi e 4 mezzi meccanici utilizzati per la movimentazione e lo stoccaggio dei rifiuti, il tutto per un valore complessivo stimato di circa 2 milioni di euro. L’amministratore dell’azienda – una donna 58enne residente in provincia di Milano – è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria in quanto ritenuta responsabile di “attività di gestione dei rifiuti non autorizzata” e “violazione delle autorizzazioni in materia ambientale”. Nel contempo, è stato imposto al proprietario di provvedere, entro le prossime settimane, al ripristino dei luoghi ed a rimuovere e smaltire i rifiuti eccedenti inviandoli a recupero presso impianti autorizzati.

Nel corso delle attività di controllo i militari del N.O.E. hanno altresì proceduto a contestare anche violazioni penali ed amministrative in ordine sia alla normativa antincendio che sulla protezione dai rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti a causa della mancata richiesta del rilascio della certificazione antincendio nonché della omessa sottoposizione ai controlli radiometrici del materiale ferroso trattato dall’azienda.

Le indagini dei Carabinieri del N.O.E. di Milano sono tuttora in corso, su delega del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano, dottor Francesco De Tommasi, non potendosi escludere che tale azienda abbia smaltito significativi quantitativi di rifiuti speciali in eccesso rispetto alle reali capacità di gestione.

Sul sequestro è intervenuta anche Monica Forte, presidente della Commissione speciale Antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità di Regione Lombardia: «Come già evidenziato dalla Dda – ha dichiarato – è in atto una tendenza a spostare la gestione illecita dei rifiuti dai siti abusivi verso le aziende autorizzate, con acquisizioni di attività legali dove la proprietà rimane quella ma la gestione no, celando così, dietro autorizzazioni, stoccaggio e trattamenti di rifiuti non autorizzati. È necessario alzare la guardia soprattutto in questo periodo di crisi che mette molte aziende in condizioni disperate e facile preda delle criminalità organizzata sia di stampo mafioso che non. Questi sono campanelli di allarme per le istituzioni che dovrebbero intensificare i controlli».