Il saluto di Seregno e delle sue catechiste a suor Mariacarla Canali

La comunità pastorale san Giovanni Paolo II di Seregno e l’oratorio San Rocco, hanno salutato, domenica 17 ottobre, suor Mariacarla Canali, dell’ordine delle religiose Figlie della Carità di san Vincenzo de’ Paoli. Trasferita a Milano.
Suor Mariacarla Canali delle Figlie della Carità con gruppo delle catechiste dell'oratorio San Rocco (foto Volonterio)
Suor Mariacarla Canali delle Figlie della Carità con gruppo delle catechiste dell’oratorio San Rocco (foto Volonterio) Paolo Volonterio

La comunità pastorale san Giovanni Paolo II di Seregno e l’oratorio San Rocco, hanno salutato, domenica 17 ottobre, suor Mariacarla Canali, dell’ordine delle religiose Figlie della Carità di san Vincenzo de’ Paoli, che lascia l’istituto Pozzi di via Alfieri e la città dopo 25 anni di prezioso e intenso servizio, sia pure in momenti diversi. Nelle ultime settimane diversi sono stati i momenti di riconoscenza alla sua persona per l’opera svolta, tra cui quello dell’11 ottobre alla Casa della Carità, che occupa un edificio all’interno dell’istituto Pozzi, alla presenza del prevosto monsignor Bruno Molinari e di tanti volontari.

Ma tutto speciale è stato il saluto dell’oratorio San Rocco dove è sempre stata presente ogni giorno e la domenica come educatrice e responsabile delle catechiste, ma anche punto di riferimento per le varie iniziative. Coi ragazzi ha sempre trascorso periodi di vacanza comunitaria. I superiori del suo ordine l’hanno destinata a Milano quale responsabile di altre tre consorelle che prestano la loro opera in una comunità di accoglienza del volontariato vincenziano di via Poma.

Suor Mariacarla Canali, è nata a Civate, in provincia di Lecco, il 7 luglio 1957, dopo le scuole dell’obbligo a 16 anni entrava come operaia alla Black&Decker di Civate, una fabbrica che occupava mille dipendenti. Nel gennaio 1987 giungeva a Seregno come postulante accolta dalla superiore suor Romana Fraire. Ad ottobre fino al maggio 1989 era a Roma alla casa provinciale per completare la sua preparazione. Quindi tornava a Seregno, accolta dalla suor servente Graziella Pellegrinelli. Con le valigie in mano, nel settembre 1996 raggiungeva Somma Lombardo, col compito di collaborare con la parrocchia e l’oratorio. Nel gennaio 1999 era a Robecco sul Naviglio fino al settembre 2004, sempre in parrocchia e oratorio.

Dal 2004, di nuovo in Seregno, dove trovava come superiora suor Chiara Belluco. Si dedicava alla comunità mamma-bambino, del pensionato del convitto e di collaborare con la basilica san Giuseppe e come educatrice all’oratorio San Rocco e quale responsabile delle catechiste. Tra il 2009 e una parte del 2010, al fianco della superiora suor Claudia Denti, accoglieva i primi profughi, dapprima maschi e dopo alcuni mesi solo ragazze. Medesimo compito dal settembre 2010 con la nuova superiora suor Maria Grazia Tirelli, con la quale, ha collaborato fino alla fine di dicembre 2020.

Assieme avevano pensato al progetto Casa della Carità. Suor Maria Carla dal 2009 fino al dicembre 2019, aveva iniziato ad occuparsi anche della neonata comunità minori-adolescenti. E dall’ottobre 2020 fino a domenica 17, ha collaborato con la nuova suor servente Patrizia Piretto all’avvio della Casa della Carità.

“Nel lasciare Seregno i sentimenti che affiorano in me – ha detto suor Mariacarla – sono tanti. Il primo in assoluto la gratitudine all’istituto Pozzi, all’oratorio San Rocco, alla parrocchia di san Giuseppe, in quanto sono stati il mio trampolino di lancio nei primi anni di vocazione religiosa, e via via con persone e situazioni diverse. I 25 anni a Seregno dei 33 di vita consacrata sono stati come un puzzle. Ogni persona incontrata, ogni esperienza vissuta sono stati tanti tasselli che incastrati hanno formato un disegno che il Signore ha pensato per me e che insieme abbiamo realizzato. In questa comunità mi sono trovata bene. Ho trovato collaborazione, amicizia, desiderio di fare e comunione d’intenti, dedizione e spirito di servizio nella gratuità e nella gioia. Le difficoltà non sono mancate, ma la grazie del Signore e la pazienza hanno permesso a questi momenti di portare i loro frutti che spero di far crescere anche nella nuova esperienza”.