“Il corvo di Palermo”: l’estate dei veleni nel libro di Rosa e Zilocchi

Riccardo Rosa e Matteo Zilocchi firmano un libro che racconta l’estate dei veleni contro l’antimafia: è “Il corvo di Palermo”.
Falcone e Borsellino
Falcone e Borsellino

Nell’estate “dei veleni” il Corvo imbuca sei lettere anonime indirizzate alle più alte cariche della Repubblica. Gli scritti accusano Giovanni Falcone di aver trasformato il pentito Salvatore Contorno in un killer di Stato per stanare Totò Riina, il capo dei capi di Cosa nostra.

“Il corvo di Palermo”: l’estate dei veleni  nel libro di Rosa e Zilocchi
La copertina di “Il corvo di Palermo”

«Potrebbe essere la pietra tombale sul maxiprocesso»: Riccardo Rosa e Matteo Zilocchi liberano dalla polvere del tempo un caso quasi dimenticato, quello del “Corvo di Palermo”. Lo fanno nelle 180 pagine del volume da poco dato alle stampe da Glifo Edizioni, casa editrice palermitana, e presentato il 18 settembre nel proprio capoluogo siciliano, a Villa Filippina, nell’ambito del festival “Una marina di libri”.

Il Corvo di Palermo. Le lettere anonime che spaccarono l’antimafia e infettarono la giustizia italiana” è il primo libro del giornalista monzese Riccardo Rosa, in passato anche collaboratore del Cittadino e poi al Corriere della Sera. L’ha scritto a quattro mani con il collega giornalista milanese Matteo Zilocchi «nel corso di una primavera e di un’estate». Il testo era già pronto nel 2019, ma la pandemia ne ha rallentato la pubblicazione fino al mese scorso quando, finalmente, è stato diffuso nelle librerie. «Io e Matteo ci siamo conosciuti per lavoro e subito abbiamo stretto un buon rapporto. Ci siamo trovati in una fase delle nostre vite in cui entrambi avevamo voglia di scrivere un libro. Alla storia del “Corvo” Matteo stava già lavorando: appassionato della materia, di quelle faccende così oscure e intricate possiede una conoscenza enciclopedica», spiega Rosa. Galeotta è stata una cena: meglio, una pizza. Davanti alla quale i due decidono di cimentarsi nell’impresa. Perché cercare di fare chiarezza su uno dei capitoli più nebbiosi della storia recente non è stato facile: «Mettere in ordine il materiale e cercare di renderlo fruibile a tutti è stata una vera sfida. Ma la vicenda del “Corvo”, ancora oggi avvolta dal mistero, era troppo affascinante per non tentare di districarla. Anche se non sposiamo nessuna tesi: lasciamo al lettore l’ultima parola».

“Il corvo di Palermo”: l’estate dei veleni  nel libro di Rosa e Zilocchi
La copertina di “Il corvo di Palermo”

quel periodo, infatti, anche l’attentato (fallito) a Falcone alla villa dell’Addaura e le insinuazioni sulla sua autenticità. «Il calvario mediatico e giudiziario che nasce in quei mesi – scrivono gli autori – rappresenta una dei momenti più bassi della giustizia italiana. Giudici contro giudici, palazzi infetti, sussurri e pettegolezzi, storie di ieri e di oggi. Storie di mafia e di servizi segreti in cui si fatica a capire chi sono i buoni e chi i cattivi».

La prefazione è di Pierangelo Buttafuoco. La ricostruzione è impreziosita dai commenti dei testimoni dell’epoca, intervistati uno a uno da Rosa e Zilocchi: fra le pagine – tra le tante – compaiono le voci del giornalista Pietro Calderoni, che battezza con il soprannome del “Corvo” l’autore delle lettere anonime, dell’ex agente del Sisde Bruno Contrada, di Alberto Di Pisa, condannato in primo grado (ma poi assolto) perché sospettato di essere l’autore delle misteriose lettere, e, ancora, di Maria Falcone, sorella del magistrato.