Il caso dell’ordinanza dei bambini a Monza: la lettera aperta di nonni e bisnonni, con tirata d’orecchie agli adulti

L’ordinanza dei bambini n.1 comparsa sulle cancellate dei giardini di via Pacinotti e Calatafimi a Monza ha suscitato interesse e curiosità. E una risposta che immagina il punto di vista di nonni e bisnonni. Con una tirata d’orecchie agli adulti.
Cartello ordinanza bambini fuori dai giardini di via Calatafimi e Pacinotti
Cartello ordinanza bambini fuori dai giardini di via Calatafimi e Pacinotti

L’ordinanza dei bambini n.1 comparsa sulle cancellate dei giardini di via Pacinotti e Calatafimi a Monza ha suscitato interesse e curiosità. Del tutto simile nei colori alle comunicazioni istituzionali, rivendica le ragioni dei più piccoli al gioco all’aria aperta contro le restrizioni delle normative anticovid. Ed è stata scritta da una mano ancora anonima.

Interesse, curiosità e una risposta: di Alessandro Mosconi, professionista monzese e autore del libro “Come aquiloni… o quasi”.

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“Buongiorno… avendo avuto modo di leggere le parole apparse sui cancelli di molti parchi giochi della città, col titolo “Ordinanza dei bambini n.1”, sicuramente non scritta da dei bambini… ma nemmeno firmata quindi anonima, fantasia per fantasia mi sono immaginato una possibile risposta da parte di un’altra… categoria. Ve la inoltro”, ha scritto alla redazione.

La categoria che risponde ai bambini è quella dei nonni. E questa è la lettera aperta di nonni e bisnonni ai propri nipotini. Con una tirata d’orecchie agli adulti.

“Carissimi bambini.
Come sicuramente ricordate, visto che prima che tutto ciò iniziasse eravamo sempre noi insieme a voi in questo e altri parchi… anche a noi serviva molto passare del tempo all’aria aperta… e insieme a voi. Ed eravamo felici di contribuire alla vostra spensieratezza e di creare insieme quel rapporto di complicità che solo tra nonni e nipoti è possibile.
Ora però non solo siamo costretti a stare in casa per evitare di “venire in contatto col virus”, che a noi non rafforza ma uccide… ma soprattutto siamo costretti per lo stesso motivo a rinunciare alla vostra compagnia… perché quel virus ce lo potreste proprio attaccare voi.

E non vogliamo che un giorno vi possiate sentire responsabili della nostra morte.

Ci sentiamo un po’ come quando durante la guerra eravamo costretti a nasconderci nei rifugi sotterranei al suonare delle sirene per evitare di morire sotto i bombardamenti. Ah è vero… voi non sapete cos’è la guerra… ma vi assicuriamo che era una cosa molto brutta che limitava tantissimo la nostra libertà e le nostre possibilità di gioco e di socializzazione.

E che esiste ancora in tantissime parti del pianeta… dove tanti bambini come voi subiscono soprusi ed ingiustizie che non potete nemmeno immaginare.

Ci dispiace sapervi tristi ma siamo anche convinti che avete in voi tutte le potenzialità per capire che questa situazione si può risolvere anche grazie al vostro aiuto e alle vostre piccole rinunce.

Ecco… una cosa però volevamo chiedervela… o forse è meglio che voi la chiediate per noi ai vostri genitori.

Se tv, computer, cellulari, playstation e tutta quella serie di cose lì per le quali noi fatichiamo ad entusiasmarci fanno così male… ora che sono una risorsa che vi può aiutare a superare la mancanza della scuola e delle relazioni sociali… perché prima, quando servivano solo a giocare, a chattare, a divertirsi o a essere “parcheggiati” per un po’ di tempo per dare un pochino di respiro ai vostri stressati genitori… erano una benedizione?

Perché loro ci guardavano con tenera sufficienza all’ennesimo libro che vi regalavamo, sicuri che sarebbe stato immediatamente dimenticato e surclassato dall’ultimo videogioco o dall’ultima consolle, o dal più moderno modello di telefonino che vi avevano regalato loro?

Forse ora che vi hanno a casa tutto il giorno… e che spesso sono a casa anche loro insieme a voi, si sono accorti di quanto sia ingiusto e dannoso delegare ad “altro” l’educazione… e di quanto sia pesante il “mestiere” del genitore a tempo pieno.

E così… avranno deciso che per riprendersi il proprio tempo libero, bisognava riaprire i parchi… e pieni della supponenza tipica della loro età (non è un giudizio… ci siamo passati anche noi!), hanno scritto al posto vostro questa lettera, abbastanza presuntuosa tra l’altro… visto che vorrebbe insegnare a tutti a fare il loro lavoro. E i bambini non sono così.

Ma sapendo che non le avete scritte voi queste parole… non ci preoccupiamo.

Perché sappiamo bene che a un’ora di parco sui soliti giochi… accompagnati dalla mamma o dal papà seduti sulla panchina col telefonino in mano, preferireste di gran lunga un pomeriggio coi nonni a sentir raccontare fiabe o storie di vita vissuta come un tempo o a chiacchierare dei vostri piccoli grandi segreti… e a sentire i nostri.

Solo che in questo periodo non si può… specialmente se non si risolverà questa situazione… con l’aiuto di tutti, nessuno escluso… nemmeno voi. Perché tutti siamo responsabili del bene comune e degli altri.

Speriamo quindi di poterci incontrare presto… magari in questo giardino… raccontandoci insieme…

“Ti ricordi nonno quando hanno chiuso il parco e siamo stati a casa per un anno? Che bello che ora possiamo venire ancora qui insieme!”

Beh… purtroppo non ci saremo tutti, noi vecchietti… ma speriamo il più alto numero possibile.

Perché il futuro, che è sicuramente vostro… ma che sarà come lo saprete costruire, è anche memoria e gratitudine… e non è solamente “crescere sani e forti”, ma soprattutto farlo nel rispetto di chi come noi (o anche come tanti vostri coetanei più sfortunati di voi) sano magari non lo è più da tempo e debole lo è per “definizione”. Con affetto. Sperando di poterci presto riabbracciare.
I vostri nonni