Giussano, l’emozione per le medaglie della memoria a Martino Longhi e Silvio Citterio

Il sindaco di Giussano ha consegnato alla memoria di Martino Longhi e di Silvio Citterio le medaglie d’onore concesse dal Presidente della Repubblica per i militari internati nei lager nazisti.
GIUSSANO GRUPPO MEDAGLIA
GIUSSANO GRUPPO MEDAGLIA Federica Verno

Deportati e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra: alla memoria di Martino Longhi, giussanese, e Silvio Citterio di Paina, le medaglie d’onore concesse dal Presidente della Repubblica per i militari internati nei lager nazisti. In occasione del Giornata della Memoria, il sindaco Marco Citterio, su delega del prefetto di Monza e della Brianza, ha consegnato i riconoscimenti ai figli, Maria Simona Longhi e Gianni Citterio nel corso di una cerimonia privata per le limitazioni previste dalle normative anticovid. Le medaglie furono richieste proprio per volere dei familiari e ottenute anche grazie a un’accurata e minuziosa ricerca storica da parte di Carlo Sironi.

Longhi Martino, classe 1923, soldato del 63esimo Reggimento Fanteria “Cagliari”, fu catturato sul fronte greco dai tedeschi e condotto nei campi di prigionia in Germania, Stalag IV-B, IV-C, XIII-B, Flossemburg. Con l’incalzare delle truppe angloamericane, francesi e russe il campo di Flossemburg venne evacuato precipitosamente. La destinazione era a 280 chilometri di distanza Dachau. Gli internati vennero divisi in tre colonne, camminando, senza sosta, per sette giorni: chi si fermava per la stanchezza veniva freddato con un colpo di pistola alla nuca, come successe, dopo due giorni di cammino, al suo compagno Eugenio Pertini (che Longhi conobbe a Flossemburg), fratello del presidente della Repubblica Sandro Pertini. A Dachau Longhi venne messo a lavorare nel lager 22, addetto all’idrogenazione del carbone. Riuscì a salvarsi e a tornare da reduce.

Citterio Silvio, classe 1922, inquadrato nel 1942 nel 120esimo Reggimento Fanteria “Emilia”, nei giorni che seguirono l’8 settembre combatté contro i tedeschi alle Bocche di Cattaro (Montenegro). Fu catturato e internato in Germania. Fu rimpatriato il 25 luglio 1945.

Ricevere, in memoria dei padri, il riconoscimento «è stato un momento molto toccante – ha detto Gianni – Credo che mio papà non lo avrebbe mai immaginato. Quando ricordava quei periodi non riusciva a non piangere. È giusto fare memoria, è giusto ricordare quanto accaduto perché, mai, si ripeta più».

Anche per Simona Longhi e per la sorella Tina «è stato un momento molto significativo. Il papà è sempre andato nelle scuole, ha incontrato tanti giovani. La cerimonia, una coincidenza importante, si è tenuta proprio nel giorno del compleanno di mamma Bruna (26 gennaio), anche lei deceduta qualche anno fa. Papà era riuscito a ritrovare il compagno (Angelo Bertani di Legnano) con cui sempre stava e si sono incontrati, poi, spesso».

Così il sindaco: «È un onore per me compiere questo gesto che, pur nella sua semplicità, racchiude il grande valore che la Giornata della Memoria assume per mantenere vivo il ricordo di una delle pagine più drammatiche della nostra storia. Rivolgo un particolare invito alle nuove generazioni affinché ne approfondiscano il significato a ricordo non soltanto della Shoah, ma anche delle leggi razziali, approvate sotto il fascismo, e di tutti gli italiani, ebrei e non, che sono stati uccisi, deportati e imprigionati».