Fallimento Odos: la gara Asst Brianza riesce a metà, riaprono solo quattro ambulatori odontoiatrici. E la curatela attende la perizia sulla palazzina Salus

Solo due dei quattro lotti inseriti nella procedura ottengono offerte: Giussano, Seregno, Cesano Maderno e Desio. Vimercate: perizia sulla palazzina costruita per il polo riabilitativo non ancora trasmessa alla curatela
Monza, la sede Odos Service in via Buonarroti
Monza, la sede Odos Service in via Buonarroti Fabrizio Radaelli

Una gara andata a buon fine solo per metà. Per due lotti sono arrivate offerte, pervenute da un unico operatore, per gli altri due, invece, non si é fatto avanti nessuno. Così per gli ambulatori odontoiatrici di Giussano e Seregno da una parte (lotto 2) e di Cesano Maderno e Desio dall’altra (lotto 3) ora si aspetta l’aggiudicazione, mentre per gli altri ambiti territoriali per il momento non c’é ancora niente all’orizzonte. La manifestazione di interesse che l’Asst Brianza aveva chiesto agli operatori del settore serviva per trovare un gestore per le strutture un tempo appannaggio della Odos, società monzese che, tra l’altro, aveva rilevato l’attività della Servicedent di lady Sorriso, finita in una inchiesta di corruzione.

La Odos, però, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Monza. La curatrice fallimentare nominata dai giudici, Elisabetta Brugnoni, aveva trovato una soluzione per far ripartire l’attività della società: l’affitto del ramo d’azienda grazie all’intervento della Gafin Hospital srl, che avrebbe anche permesso in tempi brevi di riportare al lavoro gli ex dipendenti Odos. L’Asst, tuttavia, non aveva assecondato la curatela, aprendo una procedura di gara che ha portato, appunto, a risolvere il problema solo per metà. Anche l’Asst di Monza, che dopo i cambiamenti apportati nella geografia brianzola ha in carico l’ambulatorio di Brugherio, non aveva sposato la soluzione dell’affitto d’azienda, anche se ora, nelle motivazioni di un reclamo presentato al Tribunale fallimentare, é sembrata adombrare la possibilità di ricorrere all’adesione al contratto di Niguarda, oggi gestito dall’affittuaria del ramo d’azienda.

Proprio l’Asst milanese, infatti, ha percorso la strada indicata dalla curatrice, quella dell’affitto del ramo d’azienda, ridando un’impiego, inizialmente part time, a una ventina di ex dipendenti Odos. “Dal 1 aprile -spiega Matteo Villa della Cgil- come era previsto, hanno cominciato a lavorare a pieno ritmo. Agli altri, invece, é stato riconosciuto il Fis (la cassa integrazione del settore nda) da gennaio a marzo, mentre é stata avanzata la richiesta per il periodo da aprile a ottobre”. Persone che sono in attesa dell’aggiudicazione dei lotti per cui sono arrivate offerte per poter tornare a svolgere la loro professione. Intanto resta un altro aspetto da chiarire nei rapporti tra la curatela e l’Asst Brianza legato alla vicenda del fallimento Odos.

Si tratta di una questione relativa alla Salus,società ora fallita (la curatrice fallimentare anche in questo caso é Elisabetta Brugnoni) che in virtù di un contratto d’appalto con l’Asst aveva costruito una palazzina destinata a far posto a un polo riabilitativo. Nel 2016 si era verificata una risoluzione anticipata del contratto d’appalto da parte dell’Asst che, comunque, non aveva riconosciuto niente alla Salus. Proprio per stabilire il credito da riconoscere a quest’ultima é stata commissionata una perizia all’Agenzia delle Entrate, secondo la quale l’immobile vale 3,4 milioni di euro,tanto che alla Salus, al netto di 2 milioni di finanziamenti erogati, dovrebbero spettare 1,4 milioni. Ma c’é un problema: nonostante le ripetute richieste l’Asst non ha ancora fatto avere la perizia alla curatela, una circostanza che, di fatto, sta intralciando e rallentando il lavoro del fallimento.