Desio muove guerra a Seregno: Bea contro Aeb per le nozze con A2a di Milano

Diventa un affare non solo legale, ma politico e di rapporti sul territorio la querelle giudiziaria che vede protagoniste Aeb e A2a, le due promesse spose in attesa di un pronunciamento del Consiglio di Stato che permetta di “consumare” il matrimonio. In questo scenario si inserisce Bea che si è messa di traverso alla partnership tra le due aziende. E volano gli stracci.
Il sindaco di Seregno, Alberto Rossi, e la presidente di Aeb, Loredana Bracchitta
Il sindaco di Seregno, Alberto Rossi, e l’ex presidente di Aeb, Loredana Bracchitta

Scontro frontale tra partecipate brianzole in sede giudiziaria, con la desiana Bea, primo operatore nella Provincia di Monza e Brianza nell’ambito delle attività di recupero di materia e di produzione di energia, attraverso la valorizzazione dei rifiuti nei propri impianti, e la seregnese Aeb, tra i primi quindici operatori nazionali, impegnata nei settori della distribuzione e della vendita del gas, dell’energia elettrica e del calore, nonché nei servizi ambientali, su sponde contrapposte. La novità è diventata di dominio pubblico nei giorni scorsi e, mentre l’ufficio stampa di Aeb ha comunicato a il Cittadino la decisione aziendale di non commentarla, per Bea a prendere la parola è stata la presidente Daniela Mazzuconi. «Abbiamo sempre sostenuto – ha spiegato Mazzuconi – l’importanza di un rapporto non conflittuale tra società pubbliche dell’area briantea ed in tal senso ci siamo costantemente adoperati, rispettando le diverse decisioni relative ai modelli gestionali, che si riducono alla scelta della presenza di quotate in borsa nella gestione dei servizi pubblici oppure alla scelta di una gestione totalmente pubblica dei beni comuni ed alla ricerca costante della creazione di una grande intesa, per realizzare un soggetto pubblico forte e capace di erogare servizi secondo i principi di economicità, efficacia ed efficienza».

Desio muove guerra a Seregno: Bea contro Aeb per le nozze con A2a di Milano
Daniela Mazzuconi, presidente di Bea

Il punto della situazione

Bea ha deciso di intervenire ad opponendum nei giudizi d’appello che il Comune di Seregno, Aeb e A2a hanno instaurato davanti al Consiglio di Stato di Roma contro il Centro Servizi Termici, con sede a Rho, la Depositi Carboni Bovisa, con sede a Milano, ed il consigliere regionale Marco Fumagalli, esponente del Movimento 5 Stelle. Il tema è l’operazione di integrazione societaria tra Aeb ed A2a, al centro di una ormai lunga querelle nelle aule della giustizia amministrativa, che conoscerà la sua conclusione con l’udienza che il Consiglio di Stato ha fissato per il prossimo 1 luglio. Palazzo Spada dovrà esaminare le istanze di Comune di Seregno, Aeb ed A2a, che chiedono la riforma delle sentenze pronunciate lo scorso 15 febbraio dal Tar della Regione Lombardia, con cui è stata annullata la delibera del consiglio comunale di Seregno, che aveva dato mandato al sindaco Alberto Rossi di votare a favore dell’integrazione nell’assemblea dei soci di Aeb. Ciò in accoglimento sia del ricorso di Tiziano Mariani, capogruppo di Noi per Seregno , che lamentava di non aver potuto esercitare le sue facoltà di consigliere comunale sia di quello del Centro Servizi Termici, della Depositi Carboni Bovisa e di Marco Fumagalli che hanno contestato la mancata indizione di una gara per l’individuazione del socio da parte di Aeb, che ha proceduto a trattativa privata esclusivamente con A2a.

Enzo Robaldo, legale della società desiana, ha ricordato come, nell’autunno del 2019, un approccio per un confronto finalizzato ad un’aggregazione con Aeb da parte della stessa Bea, interessata in particolare a quote di Gelsia Ambiente, sia stato rigettato dalla multiutility seregnese.Il legale ha osservato che «le disposizioni normative impongono alle società pubbliche, quali Bea ed Aeb (ed agli enti locali che le controllano) di perseguire l’obiettivo di una razionalizzazione del ciclo dei rifiuti, attraverso un’integrazione orizzontale (ambiti territoriali che garantiscano sempre meglio i principi di economicità ed efficienza) ed un’integrazione verticale (integrazione tra soggetti che svolgono segmenti separati della gestione dei rifiuti, quali la raccolta e lo spazzamento e lo smaltimento e/o il recupero), nel rispetto del principio di prossimità. Nel caso di specie, la radicale obliterazione della proposta di Bea da parte di Aeb ha impedito che si potesse svolgere qualsivoglia interlocuzione»

Desio muove guerra a Seregno: Bea contro Aeb per le nozze con A2a di Milano
Daniela Mazzuconi, presidente di Bea



L’attacco di Desio a Seregno

«Bea non ha ritenuto in passato, proprio in omaggio a tale principio, di presentare ricorsi o di prendere pubbliche posizioni in dissenso rispetto alle scelte politiche e societarie che hanno portato il gruppo Aeb nel più ampio gruppo della quotata A2a – attacca la presidente di Bea Mazzuconi -. Ci eravamo limitati, alla fine del 2019, a manifestare un interesse per un’eventuale acquisizione di Gelsia Ambiente: la notizia rimbalzò immediatamente sulla stampa locale (non ad opera nostra) e fu respinta con giudizi aspri, per non dire altro. Ora è in corso un’operazione molto importante per Bea, con la trasformazione del gruppo secondo il modello cosiddetto in house (totalità di soci pubblici e forme di controllo molto rafforzate). L’operazione fa parte del disegno per la creazione di una società del territorio molto forte, che ha trovato ampi consensi sia in seno a Bea, sia in seno a BrianzAcque, sia in seno a tutti gli enti territoriali coinvolti. Per renderla possibile, Bea ha avviato il processo per la trasformazione della propria partecipata Bea Gestioni da società mista pubblico-privato in società totalmente pubblica, come prevede la normativa, con il consenso unanime di tutti i soci».

Desio muove guerra a Seregno: Bea contro Aeb per le nozze con A2a di Milano
Daniela Mazzuconi, presidente di Bea

E qui si inserisce una svolta: «Aeb ha avviato una serie di azioni di disturbo, per contrastare l’operazione di Bea: prima una lettera del presidente di Gelsia Ambiente ai soci di Bea, per dissuaderli dall’operazione, poi la presentazione da parte di Aeb di un’osservazione contraria alla delibera, che in tal senso dovrebbe assumere il consiglio provinciale, infine il ricorso, sempre di Aeb, al Tar contro il Comune di Solaro, che ha già deliberato l’operazione, e contro Bea e Servizi Comunali, partner con cui Bea ha in corso l’intera operazione, individuato con regolare procedura ad evidenza pubblica. A questo ricorso, si è sommato quello di Acsm Agam, gruppo A2A. Il consiglio di amministrazione di Bea ha così deciso, nell’interesse precipuo di difendere la società, di non subire ulteriormente l’aggressione di Aeb. Lo ha fatto nel modo più lieve: un intervento ad adiuvandum, cioè a sostegno dei ricorrenti contro l’operazione Aeb-A2A, precisando ciò che è avvenuto alla fine del 2019: cortese lettera di collaborazione mandata da Bea ad Aeb, dichiarazioni alla stampa, lettera di risposta di Aeb». Decisivo per il deposito dell’atto è stato il ricorso di Aeb al Tar anche contro la deliberazione del Comune di Limbiate. «Con A2A -ha concluso Mazzuconi- abbiamo punti di vista sulla politica economica diversi, egualmente legittimi, ma anche noi abbiamo il diritto di parola e di azione, nel rispetto delle leggi. Mi pare che in Lombardia ci sia spazio per tutti!».

Le reazioni: il sindaco di Seregno

«La sua scelta – ha commentato il sindaco Alberto Rossi – sorprende, penso non solo il nostro Comune, sia per la modalità, sia per la tempistica. Bea a tempo dedito non aveva eccepito sugli atti e solo ora si inserisce con questo intervento, quando il percorso processuale si protrae da quasi un anno e l’operazione societaria è stata attivata». Il primo cittadino ha quindi continuato: «A titolo personale, ho trovato sgradevole che, nella memoria che i legali di Bea hanno depositato al Consiglio di Stato, siano state utilizzate mie dichiarazioni di oltre un anno e mezzo fa, manipolandole fino ad attribuirmi concetti che non ho mai detto e neppure pensato. Nel merito, rimaniamo pienamente convinti della bontà delle nostre scelte. Nel merito processuale, rimaniamo fiduciosi sul fatto che il Consiglio di Stato possa rimettere tutte le questioni al loro posto».