Coronavirus, telefoni roventi alla Croce Verde Lissonese per la richiesta di informazioni

Volontari e dipendenti della Croce Verde di Lissone non si sono fermati per il coronavirus. «Sono molto più che orgoglioso di tutti loro», ha commentato il presidente Guido Poggetti.
Soccorritori Croce Verde Lissonese
Soccorritori Croce Verde Lissonese Gianni Radaelli

Volontari e dipendenti della Croce Verde di Lissone non si sono fermati per il coronavirus. Una settimana di grande impegno e lavoro per quanti operano nel settore sanitario, dopo medici e infermieri presenti nei presidi ospedalieri, in prima linea ci sono loro: persone che quotidianamente escono a bordo di ambulanze e mezzi per soccorrere le persone.


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«Sono molto più che orgoglioso di tutti loro – ha commentato Guido Poggetti, presidente della Croce Verde lissonese – nessuno si è tirato indietro. Un grande lavoro di squadra, tra chi in sede ha preparato gli appositi kit predisposti dal protocollo emesso per l’emergenza, chi, imperterrito ha continuato a uscire. Tutti dai ragazzi sulle ambulanze ai volontari che hanno accompagnato le persone in ospedale per le varie visite. Nessuno si è rifiutato di continuare nell’attività, anzi».

Per tutta la scorsa settimana il telefono della sede non ha smesso di squillare, gli interventi si sono succeduti come sempre. Tante le richieste anche di informazioni, visto che i numeri legati all’emergenza erano sempre occupati, così come anche di persone che si sono recate nella sede per chiedere mascherine. Dai familiari di pazienti incinta, agli autisti di autobus, taxi, anziani.

«Per fortuna proprio la scorsa settimana avevamo fatto scorta – continua Poggetti – di tutte le tre tipologie di mascherine, da quella chirurgica a quelle con i filtri (FP2 e FP3). Non solo, abbiamo anche una ventina di tute apposite e quindi i nostri ragazzi hanno sempre lavorato nella massima sicurezza. Sono tutti da elogiare in prima linea anche nell’emergenza».