Coronavirus, Regione Lombardia e 12 sindaci chiedono al Governo «misure stringenti e rigorose»: allargare la zona rossa, più divieti per gli esercizi commerciali, stretta sui trasporti pubblici

«Subito regole certe, chiare e inequivocabile da trasferire ai nostri cittadini»: è questo il messaggio unanime che i 12 sindaci dei capoluoghi di provincia della Lombardia, e la Regione, hanno chiesto al Governo di Giuseppe Conte
Il governatore della Lombardia Attilio Fontana
Il governatore della Lombardia Attilio Fontana

«Subito regole certe, chiare e inequivocabile da trasferire ai nostri cittadini»: è questo il messaggio unanime che i 12 sindaci dei capoluoghi di provincia della Lombardia hanno chiesto al presidente Attilio Fontana, di trasferire al premier, Giuseppe Conte, e al suo Governo. L’istanza è giunta al termine della riunione che ha raggruppato in teleconferenza i primi cittadini di Bergamo (Giorgio Gori), Brescia (Emilio Del Bono), Como (Mario Landriscina), Cremona (Gianluca Galimberti), Lecco (Virginio Brivio), Lodi (Sara Casanova), Mantova (Mattia Palazzi), Milano (Giuseppe Sala), Monza (Dario Allevi), Pavia (Mario Fabrizio Fracassi), Sondrio (Marco Scaramellini) e Varese (Davide Galimberti) oltre che il presidente dell’Anci Lombardia, Mauro Guerra e dell’Upl, Vittorio Poma e «nella quale – fa sapere il presidente Fontana – mi è stato raccomandato di ottenere risposte in tempi rapidissimi, visto che domani sera scade la validità del Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri che contiene le attuali restrizioni previste in Lombardia e nella ‘zona rossa’».

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È proprio sul Decreto del governo Conte che si gioca il futuro della lotta al Coronavirus, almeno così pensano tutti gli amministratori lombardi. In particolare sindaci e Regine hanno chiesto a Conte misure ancora più stringenti per quanto riguarda le attività commerciali aperte al pubblico come bar e ristoranti, sempre affollati. Fari accesi anche sui negozi di alimentari presenti nei centri commerciali. Che queste “misure stringenti” si concretizzano in una regolamentazione più ferrea degli accessi o in una stretta sugli orari di apertura e chiusura, lo si capirà solo una volta pubblicato il decreto. Certa è ormai anche l’estensione della”zona rossa” anche alla Bergamasca, in particolare alla Valle Seriana. Chiesta anche una stretta sui trasporti pubblici.

«I sindaci, alla luce dei dati relativi alla diffusione del contagio e della ‘pressione’ del crescente numero dei malati nelle strutture ospedaliere, puntualmente inviati al Governo e al commissario Angelo Borrelli – ha spiegato il governatore – hanno sostenuto la necessità di mettere in campo misure stringenti e rigorose in base alle quali si possano chiedere sacrifici alle comunità. È chiaro che ciò può avvenire solo in presenza di indicazioni rapidissime».

Se le cose non dovessero cambiare, e i lombardi dovessero continuare a non rispettare quello che per ora è solo un invito a stare a casa, le previsioni di contagio in possesso di Regione Lombardia sono «nere»: le Province di Brescia, Bergamo, Cremona e Lodi potrebbero «saltare».

«Mi ha fatto davvero piacere – ha proseguito Fontana – sentire questa unità di intenti perché, come ho sempre detto fin dall’inizio con la massima trasparenza, questa situazione, che si fa di giorno in giorno più critica, si vince solo con la compattezza delle Istituzioni, ma soprattutto con la consapevolezza il contributo fattivo dei cittadini». Durante l’incontro il vicepresidente Fabrizio Sala e gli assessori Giulio Gallera (Welfare), Davide Caparini (Bilancio) e Pietro Foroni (Protezione civile) hanno inoltre dato risposte ai sindaci sulle singole materie di loro competenza.