Coronavirus, il sindacato lombardo degli infermieri chiede mascherine adeguate e tamponi

Donato Cosi – coordinatore regionale del sindacato degli infermieri, oltre che responsabile territoriale di Monza e Brianza – ha inviato una lettera al presidente della Regione Attilio Fontana e all’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera.
Un pronto soccorso
Un pronto soccorso Andrea Butti

Rappresentanti del NurSind Lombardia, sindacato delle Professioni infermieristiche hanno scritto al Pirellone per chiedere mascherine adeguate per gli infermieri in servizio: ”mascherine FFP2 e FFP3 visto che attualmente, in molti ospedali, utilizzano quelle chirurgiche che non garantiscono la stessa protezione dei dispositivi facciali filtranti”. Non solo, il sindacato chiede anche che il personale che abbia avuto contatti con pazienti positivi al Covid-19 sia sottoposto ai tamponi.

Donato Cosi – coordinatore regionale del sindacato degli infermieri, oltre che responsabile territoriale di Monza e Brianza – ha inviato una lettera al presidente della Regione Attilio Fontana e all’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. “Come è noto agli addetti ai lavori – commenta Donato Cosi – gli unici dispositivi capaci di proteggere efficacemente dal contagio di Covid-19 sono i facciali filtranti FFP2 e FFP3. Che devono essere dati in dotazione. È da settimane che anche gli infermieri, con estremo sacrificio e spirito di abnegazione, stanno lottando per contenere il contagio del Coronavirus e per salvare le migliaia di pazienti infetti che accedono nei nostri ospedali. È necessario metterli nelle condizioni di lavorare in totale sicurezza”.

Il NurSind, inoltre, chiede l’esecuzione del tampone su tutti quegli operatori sanitari che sono entrati in contatto con pazienti positivi a Covid-19, anche se al momento non presentano sintomi. La nuova disposizione regionale, infatti, prevede che dall’11 marzo il personale sanitario che è entrato in contatto con pazienti contagiati senza gli idonei presidi di protezione (tra i quali anche le mascherine FFP2 e FFP3 di cui non tutti sono dotati) non verrà sottoposto al test del tampone per verificare un eventuale contagio se non presenta sintomi, limitandosi a monitorare costantemente la situazione attraverso la misurazione della temperatura.

“In queste giornate stiamo tutti chiedendo sforzi immensi – aggiunge Cosi -. Disponibilità, professionalità e spirito di sacrificio non ci mancano. Ma non possiamo restare indifferenti di fronte a queste scelte scellerate: non vengono assicurati gli adeguati dispositivi di sicurezza e non viene garantita la possibilità di effettuare il tampone in mancanza di sintomi anche se c’è la certezza di essere entrati in contatto con pazienti contagiati. Tutto ciò mette seriamente a repentaglio la salute degli infermieri e dei loro familiari. Ma non solo: rallenta ulteriormente quell’operazione di contenimento del contagio che con estrema fatica stiamo cercando di effettuare”.