Conversazione con Francesco, la serie tv con il papa e la regia del brianzolo monsignor Viganò

Tre puntate in prima serata su Nove, con un viaggio tra diverse storie e la testimonianza anche di volti noti, da Carlo Verdone a J-Ax.“Vizi e Virtù - Conversazione con Francesco” è un progetto costruito con il pontefice da don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova e da monsignor Dario Edoardo Viganò, brianzolo di Vedano al Lambro, vice cancelliere della Pontificia accademia delle scienze sociali.
Papa Francesco con don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova nella serie tv
Papa Francesco con don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova nella serie tv

Papa Francesco in un viaggio alla scoperta di luci ed ombre dell’esistenza umana, con una narrazione del quotidiano scritta attraverso immagini di particolare profondità. “Vizi e Virtù – Conversazione con Francesco” è un progetto costruito con il pontefice da don Marco Pozza, cappellano del carcere “Due Palazzi” di Padova e da monsignor Dario Edoardo Viganò, brianzolo, vice cancelliere della Pontificia accademia delle scienze sociali. Una collaborazione che ha portato a una serie tv evento, per la regia dello stesso monsignor Viganò, realizzata da Officina della Comunicazione per Discovery Italia e che andrà in onda sul Nove in tre prime serate, il 20 e 27 marzo e la domenica di Pasqua, 4 aprile.

Si tratta di un’inedita riflessione del Santo Padre con don Pozza su temi fondanti della dottrina cattolica che riguardano il senso dell’esistenza di ciascuno. «Abbiamo considerato – sottolinea monsignor Viganò, sacerdote ambrosiano, nato a Rio de Janeiro ma originario di Vedano sul Lambro – più livelli narrativi. Il cuore della narrazione è il dialogo tra papa Francesco e don Marco. Per la ripresa della conversazione abbiamo scelto la tecnica, ribaltata e resa celebre dal film di Truffaut – Night for Day (Effetto Notte, 1973). Una tecnica complessa che richiede molta luce e che si realizza grazie a diversi proiettori. Non abbiamo un real time ma un girato poliedrico. Più che una melodia, una sinfonia». La serie è composta da sette episodi dedicati al confronto tra vizi e virtù, come li ha interpretati e affrescati Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova. È proprio il delicato rapporto che intercorre tra i 7 vizi (Ira, Disperazione, Incostanza, Gelosia, Infedeltà, Ingiustizia, Stoltezza) e le 7 virtù (Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza, Fede, Speranza e Carità) il motivo conduttore dell’intimo dialogo tra Bergoglio e don Pozza.

I riflettori sono però puntati soprattutto sulle storie di persone che hanno vissuto la propria esistenza in bilico tra vizi e virtù: scorreranno, tra altre, le vicende dell’ex boss mafioso Domenico Vullo; di Valentino Valente, ragazzo che ha pagato con il carcere minorile il suo temperamento troppo aggressivo; di due mamme diverse accomunate da un grande gesto di carità; di Piero Nava, inconsapevole testimone dell’omicidio del giudice Rosario Livatino, presto beato. «Nella serie troveremo uomini e donne ripresi nelle loro case, in un contesto familiare, – ha spiegato don Viganò alla presentazione del progetto – con oggetti e creature che parlano di loro». Particolarmente studiata la posizione delle telecamere: «Una fissa e una laterale mobile, ovvero il conscio e l’inconscio, il racconto lucido e l’energia del cuore». Ci saranno poi anche volti noti al grande pubblico, sei personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport: da Carlo Verdone a Mara Venier, da J-Ax a Sinisa Mihajlovic, da Silvia Avallone ad Elisa Di Francisca. «Sono ripresi frontalmente, in un luogo non luogo perché non ci interessa da dove parlano – ha spiegato il regista -, ma che la narrazione sia intima e fatta col “cuore in mano». I piani narrativi risultano tutti uniti dal racconto di don Pozza che parte da Padova e arriva in tutta Italia. Vizi&Virtù diventerà, inoltre, uno speciale per la piattaforma discovery+ destinato al mercato internazionale.

Monsignor Viganò, che è stato anche assessore e prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa sede ed è autore di numerosi studi e pubblicazioni dedicati all’analisi del rapporto tra i media e il mondo cattolico, ha anche pubblicato di recente il testo “Testimoni e influencer” (Edb Edizioni Dehoniane Bologna) nel quale ripercorre la storia del rapporto tra Chiesa e autorità dalle origini al tempo dei social. «La dimensione normativa e regolativa dell’autorità viene oggi messa in discussione dai social media. Le community si organizzano sulla base di interessi e visioni comuni, espellono le dissonanze e seguono gli influencer, a cui conferiscono autorità in un determinato ambito e in un tempo circoscritto. In questo contesto, l’unica autorità che la Chiesa può legittimamente coltivare è quella della testimonianza di coloro che, in forza del battesimo, vivono manifestando il dono della vita di Dio in noi».