Confcommercio: la zona gialla vale 269,3 milioni di euro in più per negozi, bar e ristoranti

L’ufficio studi della Confcommercio stima in 269,3 milioni di euro le maggiori entrate per le attività di Milano, Monza Brianza e Lodi con il passaggio alla zona gialla. In larga parte è destinato ai negozi e non alla ristorazione.
Monza Attività chiuse a Borgo Bergamo
Monza Attività chiuse a Borgo Bergamo Fabrizio Radaelli

Quanto vale la zona gialla per i negozi e la ristorazione di Monza, Milano e Lodi? Quasi 2 milioni di euro. Che rappresentano il 70,8% di quanto incassato in periodo non Covid e che riguarda quasi totalmente il commercio al dettaglio, molto meno bar e ristoranti.

Sono le stime fatte dall’Ufficio studi della Confcommercio alla vigilia del possibile ritorno di milanese e monzese in zona gialla, passaggio atteso nella giornata di lunedì 26 aprile. Per l’associazione di categoria si tratta di 269,3 milioni di euro in più rispetto alla zona arancione, così suddivisi: al commercio al dettaglio 197,6 milioni di euro, 71,4 milioni di euro nella ristorazione, che sia Milano sia a Monza prevede la riapertura (all’esterno a pranzo) per metà delle attività, mentre il servizio al coperto avrebbe portato al settore almeno altri 71 milioni di euro.

«Quella che tutti chiamano ripartenza – commenta Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza – sarà, dal punto di vista economico, soltanto una mezza ripartenza. Il maggior movimento delle persone, il riavvio di cinema, teatri, sale da concerto costituiranno, ovviamente, importanti elementi d’aiuto, ma non capiamo perché ciò che era consentito a febbraio non lo è più a maggio in una situazione mutata per i migliori dati epidemiologici e il progresso della campagna vaccinale. Con la zona gialla ‘rafforzata’ si crea è crea, nel commercio, una discriminazione fra imprese che va al più presto corretta. Così come è naturale che la parziale ripresa di attività serali debba anche consentire un meccanismo di coprifuoco meno rigido».