Carabinieri Tutela patrimonio culturale di Monza, l’attività 2019: sequestrate opere contraffatte per 4,4 milioni

Il bilancio dell’attività dei militari specializzati guidati dal maggiore Francesco Provenza: 77 persone denunciate. Tra gli eventi più significativi la restituzione di 796 beni archeologici di un’epoca storica compresa tra il Neolitico e la Dinastia Ming alla Repubblica Popolare Cinese.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Pechino, il 24 aprile 2019, alla inaugurazione della mostra “The Journey Back Home: An Exhibition of Chinese Artifacts Repatriated from Italy”
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Pechino, il 24 aprile 2019, alla inaugurazione della mostra “The Journey Back Home: An Exhibition of Chinese Artifacts Repatriated from Italy”

Più impulso alla attività preventiva senza ovviamente trascurare quella repressiva: sono i due fronti sui quali hanno operato nel 2019, sul territorio nazionale e non solo, i carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Monza guidati dal maggiore Francesco Provenza. Complessivamente sono state denunciate alla autorità giudiziaria 77 persone nella gran parte dei casi responsabili di furti, ricettazioni o contraffazioni di opere d’arte. Recuperati e sequestrati 2.354 beni per un valore stimato di oltre 2 milioni di euro per i beni autentici e di quasi 4,4 milioni per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato.

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Complessivamente il numero di furti di ben culturali è diminuito, in particolare quelli ai danni di musei, pinacoteche e biblioteche, due in tutto, mentre è lievemente cresciuto quello che ha interessato luoghi di culto (20).

Tra gli eventi più significativi del 2019, i militari monzesi, come epilogo di una loro indagine scaturita da un controllo in occasione di una mostra, a Milano, ricordano la restituzione di 594 dipinti ex voto del XVIII-XX secolo agli Stati Uniti Messicani, illecitamente sottratti ed esportati, e di oltre cinquemila analoghi beni (XV-XX secolo) agli enti ecclesiastici di appartenenza, anche in questo caso depredati da luoghi di culto nazionali. E ancora, la restituzione alla Repubblica Popolare Cinese di 796 beni archeologici di un’epoca storica compresa tra il Neolitico e la Dinastia Ming.

E poi l’arresto di 15 persone, nonché l’esecuzione di 45 perquisizioni, con sequestro di materiale probatorio, al termine di una operazione, condotta con la Metropolitan Police di Londra e l’Ispettorato generale della polizia romena, che ha disarticolato una organizzazione criminale responsabile del furto di 260 libri antichi del valore di 2 milioni di sterline nel Regno Unito.

Inoltre, restituita al Polo Museale Regionale della Lombardia una raccolta di 82 reperti archeologici risalenti al VI-III secolo a.c. oggetto di ricerche non autorizzate: sono stati sequestrati a un italiano residente in provincia di Milano che aveva intenzione di commercializzarli. Ora sono esposti al Museo Archeologico di Vigevano.

Da segnalare infine il casuale ritrovamento, avvenuto in questi giorni, di una Via Crucis, quattordici dipinti olio su tela, appartenenti a un ente ecclesiastico di Bolzano (“Suore di Carità di San Vincenzo De Paoli”) che nel 2003 furono illecitamente alienati da una religiosa in favore di un commerciante d’arte. In quello stesso anno il bene era stato acquistato da un circolo numismatico e hobbistico della provincia di Mantova .
Attraverso uno dei numerosi controlli web i militari al comando del maggiore Provenza si sono accorti della presenza di un annuncio pubblicitario su cui era riportata l’immagine della Via Crucis: da successivi accertamenti sono risaliti all’illecita alienazione risalente a 17 anni fa. Al termine dell’iter giudiziario il complesso culturale sarà restituito all’Ente ecclesiastico.