Alla fine non ce l’ha più fatta. Vessata da tempo dal figlio, di fronte all’ultima minaccia, rappresentata da un eccesso di rabbia e un coltello da cucina, una madre ha chiesto aiuto ai carabinieri. È successo nella notte tra venerdì e sabato a Carate Brianza. I militari si sono portati rapidamente nell’abitazione dopo la telefonata della donna: il figlio trentenne, fuori controllo, dopo averla colpita con un pugno stava minacciando tutta la famiglia.
In casa c’erano il padre di 63 anni e l’altro figlio affetto da disabilità. Sentito l’arrivo dei carabinieri il trentenne si era prima rifugiato in camera da cui poi è uscito con le mani alzate: “Sono qui, non ho fatto niente”, avrebbe detto. E, senza opporre resistenza, si è consegnato.
I militari poi hanno ricostruito la storia della famiglia. La richiesta di aiuto è partita dopo l’ennesimo eccesso di rabbia: oltre dieci anni di angherie e una minaccia – “Non mi fai paura, io vi ammazzo a tutti e tre” – che hanno portato una madre disperata a denunciare il proprio figlio.
Un figlio con problemi di tossicodipendenza, disoccupato, pregiudicato per reati contro la persona che ha costretto i genitori e il fratello in un clima di tensione, anche a dormire sul divano senza potersi ribellare. Vittime di aggressioni spesso violente con pugni alla testa e in faccia innescate sempre da futili.
Secondo quanto ricostruito nell’ultimo caso il 30enne avrebbe litigato con la fidanzata e per sfogare la rabbia, con la scusa di aver sentito alcuni rumori fastidiosi, avrebbe cominciato ad aggredire i familiari.
I carabinieri hanno sequestrato il coltello da cucina (lungo 35 cm con lama di 20) usato per le minacce e l’hanno arrestato.