Alzheimer: scienza, ambiente e tecnologia “Il Paese ritrovato” modello efficace

Uno studio medico-scientifico con Università di Perugia e Bicocca conferma l’efficacia per la stabilità cognitiva dei suoi ospiti del nuovo modello creato dalla cooperativa La Meridiana a Monza. E per la Giornata mondiale Alzheimer, il 21 settembre, la Villa Reale si tingerà di viola, il colore del “non ti scordar di me”. In Arengario spettacolo con Gianna Coletti: storia di mamma e figlia alle prese con la demenza.
La presentazione delle iniziativa per la Giornata mondiale Alzheimer con La Meridiana
La presentazione delle iniziativa per la Giornata mondiale Alzheimer con La Meridiana

La Villa Reale si tingerà di viola per la Giornata mondiale Alzheimer 2021, il prossimo 21 settembre. Il viola è il colore scelto dalla Federazione Alzheimer Italia perché ricorda il fiore “non ti scordar di me”. Un modo per continuare ad accendere le luci sulla demenza e sulle difficoltà delle persone che ne sono affette e delle loro famiglie. È solo una delle tante iniziative sostenute dalla cooperativa La Meridiana in occasione della ricorrenza. L’appuntamento principale sarà in Arengario, proprio martedì 21, con un monologo lieve e struggente, sul rapporto tra una donna di cinquant’anni, Gianna (Coletti, attrice) e una 90enne ostinata, cieca, che porta occhiali 3D perché da sempre è abituata ad avere qualcosa sul naso; non cammina più e la testa ogni tanto va per conto suo. Anna è la madre di Gianna nella realtà portata in palcoscenico: spirito ribelle, ironia graffiante, e grande cuore sempre più egoista. “Mamma a carico – Mia figlia ha novant’anni” è uno spettacolo teatrale che nasce dal libro omonimo edito da Einaudi, scritto dalla stessa Coletti e che racconta la sua esperienza di figlia che si prende cura della madre. Andrà in scena alle 17.30 all’Arengario per sensibilizzare tutti sul tema dell’Alzheimer. «Sarà anche un modo per sorridere di alcune situazioni in cui malati e famiglie si trovano a vivere. – ha spiegato l’attrice -. Perché anche l’ironia aiuta in un mondo stravolto dalla demenza».

Intanto “il Paese ritrovato”, la cittadella gestita da La Meridiana in via Casanova a Monza, scienza, tecnologia e natura vanno sempre più sotto braccio per contrastare il declino progressivo delle funzioni cognitive e il deterioramento delle relazioni nella persona con Alzheimer. Un nuovo approccio la cui efficacia è ora confermata da riscontri medico-scientifici. Il modello sperimentale monzese, che punta a divenire prototipo di un’innovazione assistenziale e culturale nella gestione della persona con demenza in fase lieve e moderata, è al centro di uno studio svolto in collaborazione con la facoltà di Medicina e chirurgia dell’università di Perugia e della cattedra di Geriatria dell’università Milano Bicocca.

«Abbiamo monitorato i residenti con verifiche semestrali nell’arco di 18 mesi di attività, compresa la pesante esperienza della pandemia – evidenzia Mariella Zanetti, geriatra della cooperativa Meridiana –. Il modello “Paese Ritrovato” risulta efficace, non farmacologico, in grado di ridurre i disturbi dell’umore e del disagio e favorire la stabilità cognitiva del residente». «Certamente – continua Zanetti – Covid-19 e lockdown hanno provocato stress e disagi, ma nel complesso risorse inattese e azioni resilienti messe in atto hanno poi favorito il recupero dei nostri ospiti». L’inevitabile riduzione delle attività di stimolazione e socializzazione e l’obbligata revisione dell’organizzazione della struttura imposte dall’emergenza sanitaria hanno di fatto mostrato ancora di più l’efficacia delle stimolazioni cognitive, sociali e motorie offerte e della sperimentazione libera dell’ambiente. Venute meno queste opportunità, le condizioni degli ospiti sono subito peggiorate.

«I nostri residenti hanno sofferto la riorganizzazione a tutela della loro salute – continua la geriatra – ma appena la situazione ha permesso una ripresa delle attività, il recupero è stato subito evidente, a conferma della bontà del modello». La gestione di piccoli appartamenti ha poi naturalmente permesso un maggior contenimento dei casi di Sars-CoV-2 . Più in generale, i dati raccolti dallo studio mostrano una stabilizzazione del profilo cognitivo e delle problematiche comportamentali degli ospiti, un miglioramento del tono dell’umore e delle capacità motorie. A breve l’analisi di questi primi mesi di apertura della struttura sarà al centro di una pubblicazione su una rivista scientifica internazionale. «L’efficacia delle cure e le adeguate capacità di assistenza del Paese consistono proprio nell’aver concepito una città a misure delle persone con Alzheimer – afferma Marco Fumagalli, educatore e formatore Meridiana – e di aver inserito nel borgo personale altamente qualificato e che ha saputo entrare in empatia con le persone con demenza».

Oggi ogni tre secondi si registra un caso di demenza nel mondo. In Italia sono oltre un milione, il 60% colpito dal morbo. L’età media dei soggetti con disturbi neuro-cognitivi è di 79 anni. Nel territorio di Ats Brianza, nel 2017, sono state stimate 10.019 persone con demenza non residenti in una rsa. Nelle strutture per anziani della ex Asl Monza e Brianza, il 51% dei residenti (3.487) ha una diagnosi di demenza. E le proiezioni nel futuro parlano di un incremento sempre maggiore di casi. Una sorta di pandemia per cui non c’è ancora un vaccino, o un farmaco curativo, nonostante le continue ricerche in atto. Anche in tal senso il modello Paese ritrovato, sulla base dei riscontri medico-scientifici – rappresenta un modello di benessere cognitivo e psico-comportamentale per i residenti. Che si riflette anche sulla famiglia . «Nella stessa direzione vanno tutti gli altri servizi attivati da Meridiana – conclude Fulvio Sanvito, direttore generale -. Penso a “Incontro a te” che accompagna a domicilio, all’utilizzo della robotica con l’umanoide Nao, alla sperimentazione di Isidora Tv, che porta il centro diurno tra le mura domestiche e fa uso della telemedicina».