Ad Agliate è tornato a fiorire l’albero delle poesie in riva al Lambro

Ad Agliate è già primavera grazie al misterioso poeta che, come un anno fa, è tornato ad appendere versi sui rami di un albero in riva al Lambro, a Borgo san Dazio. Poesie scritte su fogli di carta legati con nastri ai rami e protetti dalla pioggia e dal gelo da cartellette di plastica trasparente.
Carate Brianza, l’albero delle poesie sulla riva del Lambro
Carate Brianza, l’albero delle poesie sulla riva del Lambro Alessandra Botto Rossa

Ad Agliate è già primavera grazie al misterioso poeta che, come un anno fa, è tornato ad appendere versi sui rami di un albero in riva al Lambro, a Borgo san Dazio. Poesie scritte su fogli di carta legati con nastri ai rami e protetti dalla pioggia e dal gelo da cartellette di plastica trasparente.
“L’essenziale per molti/ è ignoto/ nel cuore nella mente/ negli occhi…è solo per pochi”. “Nonostante il vento/ restiamo attaccati alla vita/ e alla sua bellezza”. “Niente capita per caso/ tutto è un intreccio di fili/ che portano al raggiungimento/ dei propri sogni”. Non so se il mio amarti/ è convenzionale o no/ so solo che è finalmente/ amare”.

Sono le quattro poesie che accompagnano una citazione di Hermann Hesse: «La nostra meta non è di trasformarci l’un l’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e d’imparar a vedere e a rispettare nell’altro ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro completamento”.


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Era lo scorso inverno quando in riva al Lambro compariva per la prima volta la singolare installazione che per qualche giorno veste di poesia i rami nudi di un albero. Il pensiero romantico di un’anima innamorata? L’assessore alla Cultura, Beatrice Rigamonti, dodici mesi fa aveva invitato il poeta misterioso a farsi avanti.

«Purtroppo – spiega – il nostro “cavaliere della poesia” non ha risposto all’appello ma forse, a questo punto, è bello così. La poesia è innanzitutto emozione e percorso, tumulto o disegno interiore, che trova veste e consistenza attraverso le parole. È bello, dunque, che il misterioso “poeta del fiume” lasci i suoi regali effimeri a chi avrà la buona sorte di passare di là e accorgersi di quei petali strani, delicati e protetti. Mi piace che abbia scelto la strada di un’anonima provocazione poetica per gettare un seme, per trasmettere un’emozione, per donare un momento di bellezza, uno spunto di curiosità, un’occasione di lettura a chi avrà voglia di lasciarsi sorprendere e di ritrovare uno sguardo illuminato dalla meraviglia. Anche solo per qualche minuto».

Lo scorso anno, l’albero addobbato in riva al Lambro aveva stuzzicato l’assessore, che a marzo, in occasione della Giornata internazionale della poesia, aveva “vestito di versi” gli alberi di piazza Cesare Battisti. «Anche per quest’anno sto dando forma a qualche idea – così Rigamonti – coinvolgendo anche alcuni giovani appassionati scrittori».