A due anni dalla scomparsa del magistrato Pino Airò il premio “Borsa formazione lavoro” a lui dedicato

La presentazione del nuovo strumento nel nome di Pino Airò è divenuta un momento per ricordare la figura del magistrato. Fu lui a volere fortemente nel 2018 il Protocollo per la “promozione di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, adulti e minorenni, degli ex detenuti e delle persone in esecuzione penale esterna”.
In alto, da sinistra Emanuele Mancini, Desirè Merlini, Alessandra Airò, Patrizia Gallucci, Francesca Perrini, Laura Cosentini e Luigi Losa.
In alto, da sinistra Emanuele Mancini, Desirè Merlini, Alessandra Airò, Patrizia Gallucci, Francesca Perrini, Laura Cosentini e Luigi Losa. Fabrizio Radaelli

Uomo di legge e uomo di cuore. Magistrato attento a giudicare il reato, pur guardando alla persona con lo sguardo di chi crede fortemente alla giustizia riparativa. Monzese capace di tessere relazioni, tanto da essere punto di riferimento per gli operatori di giustizia, ma anche per i rappresentanti delle istituzioni locali e i cittadini di Monza e della Brianza.

A due anni dalla scomparsa di Pino Airò le iniziative attivate nel solco di quello che è stato il suo operato vanno tutte in questa direzione: concretizzare ciò che il magistrato ha incarnato nel suo impegno di oltre 30 anni nelle funzioni di giudice penale al Tribunale di Monza con il premio “Borsa Formazione e Lavoro” a lui dedicato. Uno strumento che intende proseguirne il lavoro, per intervenire in situazioni di maggior svantaggio sociale e sostenere progetti per la formazione di persone adulte e minori sottoposte a provvedimento dell’autorità giudiziaria penale, oltre alla creazione di opportunità lavorative.

È la continuità di quella vastissima rete per la “Promozione di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, adulti e minorenni, degli ex detenuti e delle persone in esecuzione penale esterna” attivata nel 2018 proprio con una sinergia fortemente voluta dal magistrato. Proprio i promotori delle rete che attivarono tre anni fa il Protocollo di intesa interistituzionale di Monza e Brianza hanno dato vita ad ottobre al premio odierno. Al 5 novembre, data in cui scadeva la possibilità di presentare le progettazioni, sono pervenute alla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza due candidature per l’avvio di percorsi formativi e professionalizzanti, una in ambito informatico-tecnologico e una nel settore della distribuzione energetica.

Entro la fine del 2021 le progettualità saranno valutate da un’apposita commissione composta da Alessandra Airò, figlia del magistrato, in rappresentanza della famiglia, Laura Cosentini, già Presidente del Tribunale di Monza, Francesca Valenti, direttrice Ufficio Detenuti e Trattamento Prap Lombardia, Luigi Pagano, già direttore Prap Lombardia fino al 2012 e successivamente vice capo dipartimento nazionale e Marta Petenzi, segretario generale della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, ente che raccoglie i fondi relativi. La “Borsa Formazione e Lavoro” è già stata finanziata da alcuni dei soggetti sottoscrittori del Protocollo, a cui si sono aggiunti sostenitori privati: a oggi ha raccolto 17.185 euro. La partecipazione e il conseguente finanziamento del progetto sono aperti a chiunque: enti o privati interessato a ricordare la persona di Pino Airò e a sostenere un’iniziativa di carattere sociale.

Il Premio è stato presentato in municipio a Monza giovedì 11 novembre, alla presenza di istituzioni e realtà coinvolte, della famiglia del giudice e di tanti amici, avvocati e non solo, commossi nel ricordo del giudice. «Pino Airò ha sempre pensato che gli uomini autori reati che lui giudicava fossero uomini da recuperare alla società; non ha mai perso la convinzione che in ciascuno ci fosse qualcosa di buono e che valeva comunque la pena di impegnarsi per far emergere quel qualcosa – ha sottolineato la presidente del Tribunale di Monza, Patrizia Gallucci -. Era un uomo e un giudice con una grande capacità di entrare in contatto con l’essenza delle persone che incontrava sulla sua strada, senza distinzione di livello sociale, di cultura, di genere, sempre aperto alle innovazioni».

«È stato il mio maestro – ha ricordato visibilmente emozionato Emanuele Mancini, giudice del Tribunale di Milano, già a Monza, -. Nel 2018 la firma del Protocollo avvenne nella biblioteca del carcere di Monza, un luogo e un momento di alto valore che oggi ci accompagna nel ricordo chi si spese fortemente per fare rete su questi temi. Airò era un monzese acquisito: ora sono in tanti a continuare quello in cui credeva». «Da lui abbiamo ereditato uno stile di lavoro che continua ad accompagnarci anche oggi in tutti i progetti di rete che danno attuazione al protocollo di intesa istituzionale siglato nel 2018 – ha spiegato Dèsirée Merlini, assessore alle Politiche sociali del Comune di Monza (sua l’espressione “Airò, uomo di legge, uomo di cuore”, ndr) –. Le azioni avviate puntano alla valorizzazione della persona in sé, alla qualificazione professionale e alla ‘capacità di fare’». Francesca Perrini, direttrice del Centro per la Giustizia Minorile della Lombardia, ha evidenziato l’importanza di iniziative di rete: «Solo azioni concertate possano contribuire ad arginare i rischi di commissione e reiterazione dei reati. In tal senso, per giovani ancora in fase di evoluzione, interventi di formazione mirati e di accompagnamento all’impegno lavorativo costituiscono strumenti privilegiati di educazione alla legalità e di inclusione sociale. Nel territorio di Monza e Brianza sono state già concretizzate iniziative importanti in questa direzione». Nell’ambito dell’attività del Protocollo si sono infatti svolti in passato momenti di presentazione, anche con un opuscolo diretto agli imprenditori locali per descrivere la normativa di settore e i vantaggi fiscali relativi all’assunzione di detenuti o ex detenuti, due corsi annuali di formazione informatica, di cui uno attualmente in corso, all’interno della Casa Circondariale di Monza mediante la costituzione di una Cisco Networking Academy; corso di autoimprenditorialità rivolto alle persone in esecuzione penale esterna e due incontri pubblici sul tema della giustizia riparativa.

«Il Premio incarna un uomo di cui sentiamo la mancanza. Airò ci ha insegnato che bisogna dedicare tempo per dare la possibilità a chi si è macchiato di un reato per tornare a essere cittadino a pieno titolo. La Fondazione della Comunità di Monza e Brianza ha preso parte alla Rete fin dal principio, intuendone prontamente il suo valore – ha commentato il vicepresidente della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Luigi Losa –. Ai progetti avviati in passato si aggiunge ora il nuovo Premio, che siamo sicuri possa contribuire al sostegno di iniziative interessanti e innovative. Come è nelle sue corde, in questa fase la Fondazione ha svolto il ruolo di aggregatore tra i sottoscrittori del Protocollo, intercettando i bisogni emergenti e promuovendo la collaborazione tra i diversi enti».

Per sostenere il Premio “Borsa Formazione e Lavoro Pino Airò” è possibile effettuare un bonifico a: Fondazione della Comunità di Monza e Brianza .Iban: IT03 Q05034 20408 000000029299. Causale: Premio Pino Airò