Lega Pro: Erba chiede chiarimenti sulle consulenze, Ghirelli promette più trasparenza

Il presidente del Seregno ha annunciato su Fb di voler chiedere lumi in assemblea sulla voce delle consulenze a bilancio pari a 2 milioni e mezzo di euro, il presidente della terza lega calcistica italiana se ne occupa in una lettera
Francesco Ghirelli
Francesco Ghirelli Edoardo Ceriani

Lega Pro rimandata in trasparenza e bocciata in italiano. L’azione di Davide Erba, presidente del Seregno, che nei giorni scorsi su Facebook ha annunciato di voler chiedere lumi, nella prossima assemblea della terza lega calcistica nazionale, sulla voce delle consulenze a bilancio, pari a 2 milioni e mezzo di euro, ha prodotto i primi effetti, forse addirittura imprevisti sia per la rapidità, che per i contenuti. Con una lettera datata 19 ottobre, infatti, il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli si è rivolto ai suoi vice Marcel Vulpis e Luigi Ludovici, al segretario amministrativo Emanuele Paolucci, nonché ai consiglieri Alessandra Bianchi, Mauro Bosco, Angelo D’Agostino, Orazio Ferrari, Antonio Magrì e Patrizia Testa, proponendo una riflessione «sul Pnrr e come ho condotto la discussione».

E già l’incipit, da solo, denuncia qualche inaspettata difficoltà con la lingua italiana, inaspettata se consideriamo il ruolo che lo scrivente della missiva ricopre. «Ho sbagliato -ha ammesso Ghirelli-. Ho dato per acquisita una conoscenza del Pnrr, o meglio dei passaggi necessari per arrivare a dama e non perdere l’occasione di un obiettivo che mai la serie C ha avuto così vicino per il cambiamento, infrastrutturale e sociale, che la collocherebbe in modo diverso nella partita decisiva della sostenibilità dei club. Ho errato nel non capire che l’azione di questi anni sulle “consulenze” ha generato un muro di sospetti. Confermo per me insopportabile e ingiustificato. Ma proprio per queste due motivazioni finali, ho ancora più sbagliato come ho affrontato il tema».

Viene quasi da sorridere, poiché l’entità del denaro in ballo è tale che, in un contesto normale, a questa ammissione sarebbero seguite inevitabili dimissioni. Ma quel che più fa sorridere è quel «ho ancora più sbagliato come ho affrontato il tema», che alle maestre elementari di un tempo, quelle abituate a sottolineare gli errori con i matitoni rossi e blu, avrebbe immediatamente consigliato di far ripetere la classe all’alunno in evidente sofferenza linguistica.

«Da oggi -ha chiosato il presidente della Lega Pro- tutte le proposte verranno presentate con i diretti interessati affinché ognuno, giustamente, conosca con chi si accende un contratto di collaborazione, se vuole lo interroga nel merito e decide con tutti gli elementi a disposizione. Vi ringrazio per avermi fatto riflettere e portato a cambiare sistema. Sono stato supponente, pensando al mio curriculum e non invece al giusto connubio tra trasparenza e volontà di operare consapevolmente specialmente in sede di costi».

Parole che abbiamo riportato testualmente e che, probabilmente, meriterebbero una riflessione anche da parte nostra, sull’opportunità di limitarsi davvero a rimandare agli esami di riparazione la Lega Pro in trasparenza. Quel che invece confermiamo, anche con un pizzico di dispiacere, è la bocciatura in italiano. Un italiano imbarazzante, ad essere generosi.