Giro d’Italia 2020: finalmente è Sagan, nella corsa orfana della Mitchelton Scott

Gianfranco Josti, storica firma del Corriere della Sera e decano dei giornalisti di ciclismo, commenta la gara per ilCittadinoMb.it. Il tre volte campione del mondo vince a Tortoreto e torna a esultare dopo un anno, tre mesi e tre giorni
Peter Sagan a braccia alte sul traguardo di Tortoreto
Peter Sagan a braccia alte sul traguardo di Tortoreto

Gianfranco Josti, storica firma del Corriere della Sera e decano dei giornalisti di ciclismo, commenta il Giro d’Italia per ilCittadinoMb.it.

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Fuori uno, fuori due, fuori tre. La buonasorte ha deciso di voltare le spalle al Giro d’Italia che, giorno dopo giorno perde pezzi importanti. Una banale caduta ha costretto alla resa il maggior accreditato a vestire la maglia rosa a Milano, il 25 ottobre, ovvero il britannico Geraint Thomas. Il coronavirus ha dapprima imposto l’alt ad un altro suddito inglese, Simon Yates quindi ha fatto mettere in quarantena il trentatreenne Steven Kuijswijk che a poche ore dalla partenza della decima tappa ha avuto la sgradita sorpresa di risultare positivo al Covid-19 benché asintomatico.

Mentre è apparsa logica la decisione della Mitchelton Scott di abbandonare la corsa rosa perché erano risultati positivi ai tamponi anche quattro membri del personale, il ritiro in blocco della Jumbo Visma, la formazione capitanata da Kruijswijk ha destato qualche perplessità. I dirigenti del team olandese hanno motivato la loro decisione non solo a salvaguardia dei propri corridori ma dell’intero Giro visto che nonostante il ferreo protocollo il virus ha trovato varchi in cui infilarsi.

Un altro corridore, l’australiano Michael Mattheuws della Sunweb è stato fermato per positività ma lo squadrone olandese è rimasto. Anche perché il leader, il ventinovenne Wilco Kelderman appare al momento il corridore più accreditato a strappare la maglia rosa dalle spalle del sempre più sorprendente Joao Almeida. Bilancio dei 571 tamponi effettuati al seguito della corsa rosa nel primo giorno di riposo: otto positivi; due corridori e sei membri dello staff di Mitchelton, AG2R e Ineos allontanati; tredici corridori ritirati.

La corsa pedalata ha regalato un’altra giornata di sofferenza (a causa del maltempo che continua ad imperversare, stavolta sotto forma di pioggia che ha reso pericolose le discese di cui era disseminato il finale) e anche di grande gioia. È quella che ha provato Peter Sagan per aver tagliato vittorioso il traguardo di Tortoreto dopo un digiuno di vittorie durato ben un anno tre mesi e tre giorni. Dall’inizio del Giro lo slovacco, tre volte iridato, ha inseguito invano il successo, collezionando tre secondi posti. Ieri, per conquistarlo, ha dovuto dar corpo ad una fuga con sei compagni d’avventura (tra cui Ganna, sempre più convincente). Il francese Dèmare, leader della classifica a punti, acerrimo rivale in questo campo di Sagan, ha cercato di annullare il tentativo, ma dopo aver costretto la sua squadra ad un furioso e vano inseguimento per una trentina di chilometri, ha alzato bandiera bianca. Uno a uno i compagni di fuga dell’ex iridato si sono arresi, solo lui ha resistito. Mai vittoria fu così meritata.

La classifica ha subito l’ennesima variazione per “cause“esterne: è uscito di scena Kruijswijk che era undicesimo; una foratura in discesa a pochi chilometri dal traguardo è costata a Fuglsang oltre un minuto di ritardo facendolo retrocedere oltre la top ten. Invece il giovanissimo Almeida si è concesso il lusso di battere allo sprint il gruppo dei migliori intascando l’abbuono di 4”. In attesa del verdetto della cronometro di sabato 17 ottobre, il Giro si concede una lunga passeggiata da Porto Sant’Elpidio a Rimini, costeggiando l’Adriatico. Il palcoscenico è prenotato dagli sprinter capeggiati dal francese Démare e dal rinato Sagan. Ma questo è il Giro dell’incertezza, mai dimenticarlo.