Cambiare restando gli stessi. O forse no. La nuova Ferrari SF15-T svelata a Maranello ha l’inconfondibile look del Cavallino, ma con una livrea differente. E, soprattutto, un accento differente rispetto a quella dello scorso anno. Non è solo la prima Ferrari di Sebastian Vettel, la prima senza Fernando Alonso. È anche una rossa che riparte da zero dopo la terribile annata sportiva del 2014, quella che in un colpo solo ha fatto tabula rasa dei suoi vertici e degli uomini chiave. Non ci sono più il team principal Stefano Domenicali, ma nemmeno il suo sostituto Marco Mattiacci. Non ci sono più Nicholas Tombazis, Pat Fry e il motorista Luca Marmorini, ma c’è Maurizio Arrivabene come perno attorno a cui rilanciare una squadra. E non c’è più il ciuffo di Luca Cordero di Montezemolo, scostatosi di lato per far posto a Sergio Marchionne.
La Ferrari, presentata poche ore dopo l’elegantissima McLaren del grande ex Fernando Alonso, riparte dal quattro volte iridato Vettel e dalla voglia di riscatto di Kimi Raikkonen. L’ultimo ad aggiudicarsi un titolo piloti con la tuta rossa, nel 2007. Un anno prima dell’ultimo successo di squadra, datato appunto 2008. Domenica i primi giri di pista nei test prestagionali di Jerez. «La prima impressione è buona, aspettiamo la pista per avere il riscontro dei test», ha commentato proprio Raikkonen. «Abbiamo imparato molto dagli errori della passata stagione».