Codacons e Seregno calcio insieme. Parte con una diffida inviata dal Codacons e dalla società guidata dal presidente Davide Erba «la rivolta delle squadre di serie D contro la Lega Nazionale Dilettanti» si legge in un comunicato dell’associazione di tutela dei consumatori, finita al centro di mille polemiche nelle ultime settimane per la guerra mossa ai Ferragnez, ovvero a Chiara Ferragni e al marito Fedez: prima con la denuncia che l’associazione aveva mosso alla coppia per la raccolta fondi da destinare alla realizzazione del mimi ospedale Covid di Milano, ora con la denuncia dell’influencer regina di Instagram, nella top 10 delle più pagate al mondo, per blasfemia e per “offesa al sentimento religioso”, dopo la diffusione di un’immagine in cui la Ferragni appare raffigurata come una Madonna.
Al centro dell’alleanza con il Seregno calcio, invece, ci sono le procedure anti-Covid previste dai protocolli vigenti e le modalità di attuazione delle stesse che rischiano di produrre ingenti danni alle società sportive. «Il calcio dilettantistico è il settore che ha sofferto maggiormente delle restrizioni attuate dal Governo a causa dell’epidemia provocata dal Covid-19. Infatti, al contrario delle squadre di calcio (spesso quotate addirittura in Borsa) che militano nella serie maggiori, nelle serie minori sono presenti piccole squadre di calcio che sopravvivono a stento grazie agli enormi sacrifici non solo dei giovani giocatori ma anche dei loro presidenti – scrive il Codacons nella diffida – Il 10 agosto 2020 la Figc Italia pubblicava un Protocollo inerente le “Indicazioni generali per la ripresa delle attività del calcio dilettantistico e giovanile”, invitando le società partecipanti a programmare i test sierologici in anticipo rispetto al momento del raduno/prima gara e comunque non anteriormente a sette giorni precedenti. Appare evidente, dunque, come lo stesso Protocollo della FIGC preveda che gli atleti debbano essere sottoposti a test sierologici non solo prima dell’inizio della stagione calcistica, ma anche prima della prima gara ufficiale di stagione».
«Ebbene – scrive ancora il Codacons – , si rileva che è possibile conoscere i risultati dei test sierologici solo a distanza di due o tre giorni dalla data del prelievo e, dunque, è opportuno – al fine di non alterare l’andamento delle partite anche nel rispetto della professionalità degli stessi calciatori – eseguire i test sierologici non a ridosso della partita in quanto si rischierebbe, come accaduto nel caso della gara che si sarebbe dovuta disputare tra la squadra di calcio Seregno e la Scanzorosciate, di compromettere l’intero campionato a causa dei tempi di attesa dei laboratori di analisi. Nel caso dell’incontro rimandato tra le squadre di calcio Seregno Calcio e Scanzorosciate, infatti, i test sierologici si sarebbero dovuti effettuare non a ridosso dell’incontro stesso, ma ben prima. Non solo. Spettava alla Lega Nazionale Dilettanti verificare che la suddetta regola sancita dal Protocollo fosse attuata» afferma ancora il Codacons.
Per tale motivo l’associazione ha diffidato «la Lega Nazionale Dilettanti, nella persona del presidente Cosimo Sibilia e nella persona di responsabile della Serie D, l’avvocato Luigi Barbiero, a chiarire le modalità attraverso le quali viene verificato il rispetto del Protocollo emanato dalla Figc il 10 agosto 2020 e le modalità di decisione sui rinvii delle partite e contestualmente. Ai sensi della Legge n. 241/1990 l’associazione ha chiesto accesso agli atti relativi alla presunta positività di alcuni giocatori della squadra di calcio Scanzorosciate».