Alla fine è arrivata, oltre l’ultimo appello ma forse in tempo per salvare un po’ di storia. Il tribunale di Monza ha fissato per giovedì 2 luglio l’asta per la vendita del Calcio Monza, solo il marchio ormai senza più titolo sportivo: la base è di 50mila euro, abbassata dai 150mila iniziali, ed è pari all’offerta presentata dalla famiglia Colombo di Bellusco, i titolari della Cogefin. Eventuali rilanci sono stati stabiliti in 5mila euro.
È la certezza che almeno un acquirente per la società di via Ragazzi del ’99 c’è. E che la base d’asta potrebbe garantire l’iscrizione al campionato di serie D.
C’è anche la possibilità che l’uscita allo scoperto dei cugini Colombo possa convincere qualcuno che fino ad ora è rimasto nell’ombra a decidersi a presentare una controproposta.
Da Seregno intanto arriva un nuovo impegno, quasi al
101%, del presidente Paolo Di Nunno per il ripescaggio in Lega pro
della sua squadra: «Ho deciso che il grande passo, quanto meno per quanto concerne l’iscrizione, me lo sobbarcherò io con i 500.000 euro a fondo perso – ha spiegato – Credo che il progetto Seregno-Monza non sia stato chiaro e capito dalla gente. Si sarebbe potuto creare un polo calcistico con pochi eguali, ma così non è stato. E allora si va avanti con determinazione e convinzione a Seregno».
In vendita alle 15.30 del 2 luglio andrà il marchio, ma anche coppe, targhe e indumenti, macchinari, attrezzature sportive e per l’ufficio. Insomma, tutto ciò che c’è a Monzello e al Brianteo che non sia di proprietà del Comune.